L’avversario di domenica: il Parma.
Quando andai in trasferta a Parma (per noi un buon 3-0), mi colpirono soprattutto il colore giallo degli edifici. E’ un giallo vivido e vitale. Una tonalità di giallo unica che si chiama appunto Giallo Parma.
Daverio e il Parmigianino. L’artista più caratteristico di Parma è il Parmigianino di cui potete vedere una bella recensione di Daverio su questo link di youtube.
Il racconto del Parmigianino è l’occasione per parlare di tutto il 1500, partendo dal Rinascimento, attraversando il Manierismo e finendo con la Controriforma. Il Parmigianino inizia a dipingere durante il Rinascimento, ma poi è completamente manierista. Molti critici d’arte pongono la fine del Rinascimento nel 1520 con la morte di Raffaello, ma per Daverio la data giusta è il 1527 quando avviene il Sacco di Roma da parte dei lanzichenecchi. In quest’occasione avviene un insieme di vicissitudini degna di una serie TV americana. Come è da serie TV americana il dualismo tra l’imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo V, e il re di Francia, Francesco I. Un dualismo talmente a livello personale che la guerra poteva concludersi con un duello, ma poi Francesco I venne catturato durante la battaglia di Pavia. Quando fu liberato (col sacrificio della prigionia dei propri figli), Francesco I fece costruire a tanti grandi artisti italiani la sua reggia (come Rosso Fiorentino “che era matto e si suicidò qui” (Daverio) e Benvenuto Cellini). “Una persona intelligente come Francesco I non poteva permettere che il più piccolo tiranno italiano, come quello di Camerino, avesse un gusto estetico maggiore del Re di Francia” (Prof. Antonio Paolucci). Come dice Daverio, venne così sancito il matrimonio artistico tra Italia e Francia visibile anche a Parma, ad esempio col Battistero.
Ma il Parmigianino era molto di più. “Anticipava l’impressionismo e lo stile liberty”. Subiva le influenze fiamminghe che come in Italia erano terre di arte, ma soprattutto di banche, per me non a caso. Amava le cosce lunghe. Cosce lunghe manieriste che vennero poi censurate dalla Controriforma (e qui con la sua solita ironia Daverio chiosa “Misero le mutande a Michelangelo che era ancora vivo… Non a lui… Ma alla Cappella Sistina…”).
Il fantastico Parma degli anni ’90 era una squadra prestigiosa e vincente soprattutto in Europa. Sono passati per il Parma campioni come Asprilla, Apolloni, Osio, Veron, Thuram, Fabio Cannavaro, Crespo, Chiesa, Zola e molti altri. In Italia ha vinto 3 Coppa Italia e 1 Supercoppa italiana, in Europa ha vinto 1 Coppa delle Coppe, 2 Coppa UEFA e 1 Supercoppa Europea.
Il dialogo D’Aversa-Liverani. Liverani era un bravissimo centrocampista, forse troppo sottovalutato in carriera quando ha giocato principalmente nel Perugia, nella Lazio e nella Fiorentina, nonostante sia un nostro fratello romanista. Come allenatore, ha mostrato già buone qualità, soprattutto di coraggio. E’ coraggioso anche a pranzo, mettendo su qualche chilo di troppo con la conseguenza di non riuscire più a chiudere i bottoni della giacca (problema che ci accomuna). Il Lecce dello scorso anno, da lui allenato, giocava in modo molto spavaldo e ha fatto anche buone vittorie. La retrocessione mi è sembrata una punizione troppo severa.
All’inizio del suo percorso col Parma ha cercato di portare le sue idee in una squadra abituata da D’Aversa a giocare principalmente difesa e contropiede anche con buoni risultati. Liverani ha prima schierato un coraggioso 433, poi è passato al 433 con falso 9, poi al 4312 e infine al 532.
Il mio dubbio sul Parma è se schiererà il 532 o il 4312. Sotto questo aspetto, è fondamentale il ruolo di Grassi, se terzino destro o centrocampista di destra con Kucka centrocampista offensivo. Per rispetto nei nostri confronti, razionalità e la convenienza di cercare di tornare a casa almeno con un pareggio, prevedo un 532. In ogni caso, dovremo attaccare e attaccare bene sulla nostra sinistra, loro destra.
Fanno difesa e contropiede. Si mettono dietro. Poi quando recuperano palla, cercano di far ripartire velocemente il velocissimo Gervy. Le statistiche dicono che sono soprattutto una buona squadra in difesa. Hernani è il playmaker che costruisce il gioco. Può anche lanciare lungo su Gervy. Sono pericolosi con Hernani, Kucka e Kurtic con il tiro da fuori. Marcano a zona (male) sui calci piazzati. E’ importante che noi ne sappiamo approfittare. Il nostro vecchio amico, Gervy, è il giocatore più pericoloso. Bravo con entrambi i piedi, specialmente nel dribbling. Parte da sinistra per andare verso il centro. Può anche fare tagli senza palla. Potrebbe anche essere servito da Inglese che abdica ogni tanto dal ruolo di finalizzatore per fare il rifinitore per Gervy.
La chiave nostra sarà la spinta di Spina e Mkhi: ancora una volta chiamati ad essere i nostri veri play offensivi. Daje Spina! Daje Mkhi! Sarà fondamentale anche la partita di Pedro. Daje Pedrito! E’ vitale riuscire a sbloccare la partita e, gestendo la partita, comandando il territorio, continuare a segnare, ma è allo stesso modo vitale saper anticipare Gervy e non soffrire sui loro contropiedi.
E’ inutile adesso parlare di assenze, vuoi per intossicazioni alimentari come per Smalling (il che non dovrebbe essere un problema) o per COVID come per Dzeko, Pellegrini e Kumbulla, visto che è una variabile indipendente poco controllabile sia in senso positivo, sia in senso negativo. Nella situazione attuale, probabilmente la soluzione migliore è quella di schierare Cristante come centrale difensivo, anche visto l’atteggiamento da me previsto dell’avversario. L’ultima parola spetta come al solito al nostro grande coach, Fonseca.
Dati i dati di questi giorni, mi sembra doveroso continuare a raccomandare di evitare tutti i contatti, mantenere il distanziamento e portare la mascherina. Ne usciremo. Ne sono sicuro.
E’ essenziale vincere per poter fantasticare sul futuro, ma sul campo dobbiamo stare sul pezzo e portare a casa una bella piadina col prosciutto di Parma come feci quella sera di quel 0-3 a Parma. Si può vincere. Facciamolo. Daje Roma!
Giordano Sepi