Roma – Udinese 3-0

Brava la Roma a vincere in modo convincente una partita rischiosa, specialmente dopo una sconfitta come quella con la Juve. Brava la Roma a mettere tutto in chiaro col bellissimo gol di Veretout (primo gol di testa in Italia), dopo una bella azione corale e un grande assist di Mancini, che sta crescendo in modo esponenziale. Brava a raddoppiare grazie ad un rigore netto (almeno per le regole degli ultimi anni) ancora con Jordan Veretout (man of the match). E poi a chiudere nei minuti di recupero con un gol più intelligente che potente di Pedro (bentornato!).

L’Udinese (anche perché è passata in svantaggio dopo 4 minuti) ha cercato di fare gioco d’attacco e pressing. Le scelte di Fonseca sono state giuste. Cristante come centrale difensivo, è stato bravo in costruzione (tranne un errore che poteva essere sanguinoso, ma dove Pau Lopez è stato eccellente) e in fase difensiva (ma abbiamo fatto collettivamente una buona fase difensiva, anche con Karsdorp e Spina). Borja, come punta centrale, ha allungato la difesa dei bianconeri asburgici, mentre Mkhi (ottima prestazione) e Pellegrini andavano ad aiutare in costruzione. Una tattica che ha funzionato bene. Anche Gonzalito Villar ha giocato molto bene. In generale è stata un’ottima performance con uno score forse un po’ avaro.

L’arbitraggio di Giacomelli è stata influenzata dal pregiudizio (sbagliato) che sia favorevole alla Roma. Dopo il rigore che, come abbiamo detto, è netto. La Roma può recriminare per il gol di Pellegrini, che mi è sembrato regolare, e per un fallo in area su Dzeko, entrato negli ultimi 20 minuti. In generale, dovremmo protestare di più. In Italia si considera la protesta come prova di aver subito un sopruso (i telecronisti spesso, per dare ragione all’arbitro, dicono “Il giocatore non ha nemmeno protestato”). So che la protesta non è un esempio di grande cultura sportiva, ma altre squadre ci hanno vinto i campionati con questo metodo.

Il Bayern Monaco di Guardiola vinceva in Germania, oltre per la strabordante qualità tecnica, perchè univa la fantasia e il tiki-taka spagnolo alla concretezza tedesca. Questo è un discorso valido anche per il Manchester City attuale. Allo stesso modo, la Roma di Fonseca unisce una mentalità portoghese ad un’anima italiana. Il possesso portoghese, spesso sterile, diventa efficace grazie al contropiede italiano. Al momento, è difficile pronosticare un trofeo per la Roma (anche se continuo a covare questa speranza), proprio per questo è importante la conferma della rosa e dell’allenatore per consolidare meccanismi tattici e umani, perché la qualità tecnica della rosa è già alta. Il prossimo avversario è lo Sporting Braga in Europa League. E’ una squadra portoghese atipica: molto verticale. Ci vorrà il massimo impegno per superare questo turno. Daje Roma!

Giordano Sepi

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