Lecce ti avvicina a Dio. In Serie A, una mina vagante per chiunque.

Lecce e il Salento, secondo mio padre, era la Varese del Sud. Crescita del PIL impressionante. Gente laboriosa. Turismo di qualità gastronomica e ambientale. Un popolo che accoglie tutti. Pensate un po’ anche gli immigrati e i transessuali. Città multirazziale e libertaria. Icona per i diritti e per la pace nel mondo.

Inviterei volentieri nel Salento i vari governanti della Russia per chiedergli davanti ad un Nero di Troia o un Primitivo di Manduria o un Negramaro: Perché tanta paura del prossimo? Paura che poi provoca rabbia e odio? E’ la sete di potere che vi rende così cattivi? Sicuramente quel nettare divino li addolcirebbe e magari tornerebbe un po’ di umanità. All’inizio riderebbero poi lacrime lente agli occhi mentre chiederanno perdono per tanta cattiveria e tanto dolore portato. Probabilmente è quello che succederà davanti a Dio. Eh sì, i paesaggi del Salento, la splendida Lecce, ti inondano di bellezza e, ubriaco di tanta bellezza, senti la presenza di Dio, ti avvicina a Dio come quando entri in una Chiesa, come quando uno va a Roma.

Al contrario della paura e della rabbia, Gesù Cristo ci ha chiesto di amare il nostro prossimo, ma Maometto non è stato da meno, dicendo che chi salva una vita, salva l’umanità intera. E’ una frase che io ricordavo quando l’Europa era pervasa da indistinto odio per gli islamici ai tempi del Daesh. E quanto sono giuste queste frasi in questo momento con i governanti dell’Iran che stanno parzialmente riconoscendo i loro errori? E quanto sono giuste queste frasi mentre tutti i santi del mondo (riprendendo la canzone dei Green Day “The Saints are coming” in occasione della sciagura di New Orleans di qualche anno fa) stanno giungendo nel Sud della Turchia e, spero, nel Nord della Siria per aiutare quei popoli colpiti da quel terrificante, maledetto terremoto?

Il mare del Salento, come sempre è per il mare, ti avvicina a Dio. Il popolo può insegnare a tutti amore, libertà, pace mentale e a fare meno della guerra. Ma Lecce non è solo città di pace e di diritti, ma innalza alto il giallorosso a strisce della maglia della squadra di questa città.

Hanno un grande vecchio del calcio italiano. Uno dei direttori sportivi migliori come Corvino. Hanno anche un buonissimo allenatore come Barone. E’ una squadra capace di battere la Lazio e pareggiare col Milan in casa, quindi assolutamente bisogna giocare concentrati.

La formazione del Lecce di Barone è il 433, mettendosi a uomo contro gli avversari in fase difensiva e di pressing, mentre in fase offensiva si possono mettere anche col 253.

Quando pressano, le loro mezzale vanno a marcare i mediani, con le punte che pressano i difensori centrali e gli esterni, alle volte fanno un pressing così alto che gli esterni nostri saranno marcati dai loro terzini.

Hjulmand è il centrocampista difensivo, ma se il suo giocatore torna indietro per aiutare la costruzione, può salire con lui.

Il giocatore con più talento è Strefezza. E’ un ala destra, portata principalmente all’assist, ma può anche anche accentrarsi per tirare da fuori (ha un buon tiro) o inserirsi sui cross. E’ forte anche col sinistro.

Difendono a uomo sui corner.

Gli italiani hanno tanti difetti. Ad esempio, la corruzione è dilagante (come dimostrano le plusvalenze fasulle della Juve) o, allo stesso modo spesso diventano troppo giacobini, alla ricerca di qualche testa da tagliare, spesso di innocenti. Noi italiani siamo esagerati in tutto, però amiamo la pace. Tanti italiani sono volontari per la difesa dei diritti, l’emancipazione delle donne. Tanti italiani sono esperti in emergenze e sarà grande l’aiuto che daranno per il terremoto.

Il merito di questa bontà è il paese in cui viviamo. Il mare del Salento e la storia di Roma ti fanno essere più buoni. Ti avvicinano a Dio. Anche la squadra di calcio è molto forte. I favori del pronostico sono dalla nostra parte, ma i leccesi venderanno cara la pelle prima che li sopraffaremo. Daje Roma!

Giordano Sepi

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