Roma-Samp 3-0 e Toro. Gianni Alioti e Mario Sepi. Storia di un’amicizia frutto di condivisione di valori: empatia, fratellanza e solidarietà.

Anche se il risultato è rotondo, anche sepoco prima del primo gol la Samp è rimasta in 10 per il doppio giallo a Murilio e anche se la Roma ha dominato per lunghi tratti, la partita è stata fino all’87esimo in bilico (fino al 2-0 su rigore di Dybala). Il migliore in campo per me è Wijnaldum, autore del primo gol di testa su cross di Matic. Sono rimasto molto sorpreso dal gol, mi aspettavo il solito gol mangiato nella tradizione della Roma e nello specifico di questo tipo di partite, anche perché era una palla lenta e poco angolata. Invece la palla è entrata (1-0). Poi Gini ha propiziato il rigore trasformato da Dybala che ha spiazzato Ravaglia (2-0). Gini, come condivide @SelfExiledRomanista, può fare il trequartista alla Perrotta o alla Nainggolan nel 4231, forse anche con più qualità. Poi, allo scadere, è arrivato il gol di ElSha su assist di Solbakken(3-0).

La Roma ha meritato. Tante occasioni. Un’altra volta, come l’anno scorso con Falcone, la Roma ha dovuto controbattere contro una grande prestazione del loro portiere, Ravaglia. In particolare nel primo tempo ha fatto grandi parate. Poi finalmente Ravaglia si è ricordato di non essere Buffon, di portare il cognome di un uomo d’affari brianzolo e infatti sul gol di Wijnaldum non è perfetto.

Il 4231 ha funzionato. Non so poi se questo schieramento ha la stessa validità contro squadre più forti. Passare dal 3421 al 4231 significa guadagnare in costruzione e pressing. Con questa tattica si deve fare anche più possesso. Anche difendere col possesso-palla. Da rivedere magari nella prossima con il Toro allo Stadio Comunale Olimpico Grande Torino

La Samp ha dimostrato lacune evidenti. Non ha una situazione chiara a livello dirigenziale e ha poche speranze di rimanere in Serie A. In quest’anno funesto sta dimostrando però un tifo molto caldo e appassionato. Gode della mia simpatia dato il legame che ho con un grande tifoso sampdoriano come Gianni Alioti.

Gianni Alioti e Mario Sepi (mio padre) erano grandi amici. Un’amicizia che partiva dalla condivisione di valori comuni che si può riassumere come empatia, fratellanza e solidarietà per i più poveri, per coloro che soffrono una situazione di disagio. Quello che dicevo Che Guevara ai figli: Sentire nel profondo di noi stessi ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo.

Gianni era il referente di mio padre, allora Presidente dell’ISCOS (un’associazione no-profit legata alla CISL che si occupava dei sindacati dei paesi in via di sviluppo), per il Brasile. Erano entrambi grandi amici di Lula e l’hanno accompagnato dagli anni della prigionia sotto la dittatura a diventare Presidente del Brasile come candidato del Partido dos Trabajadores (Partito dei Lavoratori), emanazione del CUT, il sindacato brasiliano. L’Italia, grazie a loro, ha contribuito alla crescita esponenziale del Brasile. Sono stati protagonisti della lotta contro la fame, della diffusione della cultura, dell’educazione, della sanità e dei diritti dei lavoratori

Probabilmente è sbagliato etichettare Gianni e Mario come trotzkisti, ma a loro modo credono nell’internazionalismo. Credono insomma che la globalizzazione dell’economia deve essere accompagnata dalla globalizzazione dei diritti dei lavoratori. Difendere i diritti di un lavoratore di un paese in via di sviluppo significa difendere i diritti di un lavoratore italiano.

Anche per quanto riguarda l’immigrazione, una volta che passa il concetto, che io nel mio piccolo da anni ripeto, che gli immigrati servono soprattutto all’Italia (concetto ribadito la scorsa settimana da Montezemolo a Piazza Pulita su La7) perché fanno lavori che gli italiani non vogliono più fare (terribile da dire ma è la situazione attuale), i diritti di questi immigrati vanno difesi dal sindacato, sennò il rischio è di un abbassamento generale delle condizioni dei lavoratori. In questo senso, è giusto parlare di immigrati come risorse, come diceva L’ex Presidente della Camera, Laura Boldrini, troppo spesso maltrattata ingiustamente per questo.

Sempre ci penso a mio padre. Basta vedere un programma di politica, di cultura, di società e anche di calcio e mi viene in mente qualche parola di Mario Sepi che aveva anticipato i tempi. Il pensiero corre a mio padre anche quando vedo giocare il Torino, che era la sua squadra. Mi piace pensare che lo guarda ancora da lassù. Adesso che il Toro è stabilmente nella parte sinistra della classifica in Serie A, dopo anni che lui l’ha vissuto in Serie B.

Mi manca il rapporto con mio padre. Vedere le partite con lui mentre discettiamo di politica, religione, economia e cultura. Mi consolano le immagini dei nostri presidenti. Dan e Ryan. Vedono tutte le partite all’Olimpico insieme. Fianco a fianco. E questo a me piace molto. E’ molto importante per loro e per me.

Juric è un ottimo allenatore. Il suo credo calcistico è il 3421 con marcature a uomo ossessive. Spesso anche rischiando l’uno contro uno in difesa. Fanno pressing alto, gioco verticale e poco possesso.

Attaccano sulle fasce specialmente o con Singo o con Rodriguez, con il cross che spesso predilige l’altro esterno.

Qui Rodriguez crossa direttamente per Singo.

Singo seguirà a uomo Spinazzola anche in fase difensiva.

Poi nella fase di pressing Singo andrà a prendere Leonardo sulla linea difensiva, con Sanabria su Smalling, con Karamoh (o Radonjic) sull’altro centrale e Miranchuk (o Vlasic) su Cristante. Dovremo essere bravi in questa fase. Possiamo pensare anche al lancio sull’altro lato del campo, o genericamente in avanti.

Al centro hanno due mediani entrambi bravi a costruire come Linetty e Ricci, in particolare è quest’ultimo che costruisce.

Il giocatore più pericoloso è l’ala sinistra, Karamoh: veloce e dribblomane. Al suo posto potrebbe giocare Radonjic che è più centrocampista, ma ha attitudine e capacità nel tiro. Il trequartista destro potrebbe essere Miranchuk con un ottimo tiro di sinistro o il meno offensivo Vlasic.

Sui corner in attacco, mettono Karamoh nell’area piccola e gli altri fuori per fare il terzo tempo.

Sui corner in difesa, difendono principalmente a zona con uno/due uomini a uomo.

Aspettare l’avversario è utile in quelle partite contro squadre che ti sovrastano tecnicamente. In altre partite, noi dobbiamo prendere l’iniziativa. Un aspetto che è mancato contro Cremonese e Sassuolo. Giocare col 4231 aiuta un atteggiamento più coraggioso. Andiamo là a dominare.

E’ importante vincere, ma è anche utile testare il 4231 con ambienti e squadre ostiche.

Le partite con il Toro sono sempre molto significative per me, a causa di mio padre, oltretutto questa arriva dopo la Samp del suo grande amico, Gianni Alioti. Papà l’ho interiorizzato e cerco di portare avanti una politica basata sui suoi principi, sui suoi valori. Poi però quando la Roma va a Torino, il mio tifo è per la Roma. Comprendeva e comprenderà. Daje Roma!

Giordano Sepi

2 commenti

  1. Tuo papà sarà fiero di un figlio come te.
    Coltivare l’ amicizia con Gianni è la continuazione di un’amicizia.
    Rispetto alla partita la Roma aveva bisogno dei tre punti ,
    Mi dispiace per la Sampdoria che sta dimostrando grinta e non merita di finire in B.
    Salutoni a te e a Gianni.

  2. Ti ringrazio moltissimo per il commento dolcissimo.
    Ci sarà occasione per parlare anche della tua amicizia con mio padre.
    Mio padre ti stimava tanto.
    Anch’io lo stesso.

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