Le regole sbagliate da superare e quelle giuste da seguire. Everton-Roma 0-1. Neom.

Dall’inizio degli anni ’80 la Roma non è più la Rometta. Eppure viene considerata tale da juventini, interisti e milanisti. O almeno così dicono per sentirsi superiori. Siamo come il ricco borghese che si è comprato la tessera del golf club e che i nobili, spesso meno ricchi di lui, prendono in giro per le origini umili. La Roma sta sempre ad un passo da diventare un grande club senza mai riuscirci. Sembra quasi una regola universale ma non lo è.

Allo stesso modo Bin Salman e Leone XIV devono superare quegli ostacoli che non rendono le religioni moderne. Allo stesso modo, non è scritto da nessuna parte che il mondo debba appoggiare sempre e comunque Israele. Se Israele pratica massacri, è giusto invece non vendergli più armi.

Buone sensazioni sono arrivate dalla partita contro l’Everton. In particolare nel secondo tempo. Forse sul lato destro, il titolare, almeno per le prime partite, penso debba essere Rensch e non Wesley. Bene Dovbyk a sforzarsi a giocare sul centrosinistra d’attacco, anche tirando di destro. Ma avere nello stesso momento due attaccanti mancini come Dovbyk e Soulé (meraviglioso gol) potrebbe essere un problema quando le partite saranno serie.

AmichevolePrimo TempoSecondo TempoRisultato Finale
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70′ Soulé

L’Everton è in grave crisi. Prevedo che sarà invischiata nella lotta per non retrocedere. Deve assolutamente fare dei passi avanti nel reparto d’attacco. Hanno sbagliato alcune occasioni molto facili. Adesso affronteremo il Neom a Frosinone (sabato alle 17.00, diretta su DAZN), il ricchissimo club saudita della città che non esiste, appena promossa in Saudi Pro League, annovera tra le sue file tanti giocatori importanti come l’attaccante Lacazette, che già ci fece piangere nel 16-17 con il Lione, e un importante allenatore come Galtier.

Mohamed Bin Salman è il principe ereditario e reggente in Arabia Saudita, ma non solo. E’ una guida religiosa per milioni di sunniti. Ogni piccola conquista sul piano dei diritti dell’Arabia Saudita va a influenzare milioni di arabi e islamici nel mondo. Bin Salman è un monarca assoluto, ma non è libero come lo era Luigi XIV (che diceva a ragione l’etat c’est moi) e in generale i re prima dell’illuminismo e delle varie rivoluzioni borghesi. Deve tener conto del Consiglio degli Anziani. Spesso molto conservatore. Ma questo conservatorismo, queste regole ancora tribali che ha l’Arabia Saudita, devono essere superate, come quando decise di permettere alle donne di guidare. E’ ora che si avveri la profezia di Matteo Renzi. Un nuovo Rinascimento per l’Arabia Saudita e quindi per l’Islam Fondata su diritti politici, religiosi e sessuali.

Quando Roma conquistava una nuova città per molte minoranze significava libertà politiche, religiose e sessuali.

Ufficialmente un altro monarca assoluto e guida religiosa è il Papa. Come Bin Salman, il Papa non è un uomo libero, ma deve mettere d’accordo le varie correnti tra i cardinali. Spesso anch’esse molto conservatrici. E’ per questo che alcune leggi illogiche sono ancora in piedi come il voto di castità dei preti e il rifiuto dell’omosessualità. Ed è per questo che nell’Occidente il misticismo sta in crisi e aumentano gli atei come a Oriente aumenta il rifiuto dell’Islam.

Una delle motivazioni più forti contro le religioni degli atei è “Le religioni da millenni sono le giustificazioni che usano i potenti per far andare in guerra il popolo”. Insomma, come diceva Karl Marx, la religione è l’oppio dei popoli. Ma andiamo a vedere cosa dice veramente l’ebraismo, una delle religioni più antiche, usata come giustificazione per compiere massacri.

Nessun profeta ebraico ha mai detto che i palestinesi vanno tutti deportati. L’insegnamento dell’ebraismo è ben diverso da massacri e provocazioni verso altre religioni come dice quel ciarlatano di Ben Gvir, politico di estrema destra. L’ebraismo insegna che gli ebrei, dopo la distruzione del Tempio di Salomone, non devono avere uno stato, ma spargersi per il mondo per parlare dell’ebraismo in modo pacifico e non-violento. La diaspora è contestualizzata nella religione ebraica. E allora Israele? Israele secondo l’ebraismo deve nascere quando arriverà il Messia e sarà fonte di pace per il mondo. Israele significa Terra Promessa e dovrebbe essere una sorta di Paradiso in Terra ma qui non mi sembra né che ci sia il Messia, né che Israele sia fonte di pace.

L’ebraismo di Israele è una religione laicizzata in senso negativo come lo era il sedicente Stato islamico. Significa atti malvagi e crudeli come mirare con un fucile ad alta precisione su dei bimbi. Non significa diritti, libertà e democrazia e infatti Netanyahu vuole trasformare la democrazia israeliana in uno stato autoritario privo di diritti e democrazia. Tutte le religioni, compreso l’ebraismo, insegna il rispetto verso il prossimo.

Quindi l’ebraismo di politici spregiudicati, con le mani sporche di sangue, come Netanyahu, Ben Gvir e Smotrich non ha niente a che vedere con l’ebraismo vero. Ciò che dicono i rabbini è molto diverso. Gli ortodossi ebraici sono uomini di pace. E’ per questo che rifiutano il Servizio Militare. Ma poi la mia analisi non è teologica. Per me è giusto che Israele esisti e abbia il diritto di difendersi. Magari, per l’Amor di Dio, sarebbe il caso che Israele sia fonte di pace come dicono i religiosi ebraici e non uno stato macellaio come dicono i politici. I soldati israeliani non sono schifosi macellai che uccidono senza scrupoli i bambini e infatti ci sono crisi psicologiche che portano al suicidio (in aumento tra i soldati israeliani).

Vicini alla crisi nervosa spesso siamo stati anche noi romanisti. Tutto cominciò con la lotteria dei rigori di Liverpool-Roma. Fu allora che tanti bambini romanisti diventarono adulti in pochi minuti. Poi ci furono altre delusioni. Il Lecce nel 1986, l’Inter in finale di Coppa UEFA nel 91, il Toro in Coppa Italia nel 94, lo Slavia Praga fino ai giorni nostri la Samp nel 10, le numerose semifinali europee, il Siviglia a Budapest. Ogni romanista ha avuto il suo Liverpool. E’ ora di scrivere una nuova storia. Una storia vincente.

Ce l’abbiamo scritto nel nome. Siamo destinati a dominare il mondo come fece Roma con l’Impero. E’ arrivato il momento di far valere il nostro nome. I nostri colori. La nostra storia. E’ il momento di arrivare alla gloria.

Daje Roma!

Giordano Sepi

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