La Roma non si discute, si ama.
La Roma ha vinto 3 scudetti, 9 Coppe Italia, 2 Supercoppe Italiane, 1 Coppa delle Fiere e 1 coppa anglo-italiana. Tra il 40 e l’80 ha vinto 1 scudetto, 3 Coppe Italia (considerando anche quella di confine del 1979-80), 1 coppa anglo-italiana e 1 Coppa delle Fiere. Tra l’80 e il 10 abbiamo vinto 2 scudetti, 6 Coppe Italia e 2 Supercoppe italiane (trofeo nato negli anni ’90). Se pensiamo poi che negli anni 90 abbiamo vinto una sola Coppa Italia (nel ’90-91 quindi di confine anch’esso). I trofei si restringono tra il periodo 80-90 e 00-10. In generale, si può notare che nel secondo quarantennio abbiamo vinto la maggior parte dei trofei e abbiamo avuto piazzamenti molto migliori, tanto è vero che nel periodo 40-80, i migliori piazzamenti sono stati il terzo posto nel 1954-55 e nel 1974-75 e abbiamo avuto anche la retrocessione del 50-51, che fece esclamare al grande attore romanista Renato Rascel: La Roma non si discute, si ama. Mentre tra 00-20 siamo arrivati 9 volte secondi, che certo significa tanta amarezza, ma anche tante vittorie importanti coronata dalla splendida semifinale Champions del 17-18.
10-20. Se ci fermiamo ad una lettura superficiale e provinciale, la lettura dell’ultimo decennio è negativa per la sconfitta in Coppa Italia subita dalla Lazio del 2013, ma se ci ricordiamo le tante volte che siamo arrivati secondi(3), le qualificazioni in Champions (4) (anche a scapito della Lazio che per prestigio e a livello economico valgono di più del 26 maggio), il quadro di questo decennio è razionalmente positivo. Alla fine degli anni ’70, La Roma con Viola fece un salto di qualità propiziata dalle idee moderne e rivoluzionarie del suo precursore Anzalone. Allo stesso modo, dopo una dura battaglia, Pallotta (o il suo successore) inizieranno a costruire lo Stadio della Roma che può segnare (se Dio vuole) un ulteriore salto di qualità tra i più grandi clubs del mondo.
Nella dura battaglia dello stadio, sono stati un fattore i tifosi romanisti, che si sono costituiti in un vero gruppo di potere social a livello elettorale, mettendo pressione alla sindaca, Virginia Raggi, che per essere rieletta (ma questo discorso vale per qualsiasi candidato) sta velocizzando l’iter burocratico. I social tra il 10-20 sono diventati importantissimi sia a livello politico che a livello sportivo. Questo è un bene, ma è anche un male. Basta una fake-news da una fonte che riteniamo affidabile e tanti romanisti allo stesso tempo particolarmente suggestionabili e capaci di muovere le opinioni di tanti altri vanno nel delirio più totale contro il club. Un esempio è stata la fake-news su Petrachi, che probabilmente rimarrà alla Roma (come io auspico sia perché il caos nell’ambiente potrebbe togliere la serenità alla squadra, sia perché mi pare che abbia costruito un’ottima rosa che la classifica in questo momento sottostima, anche se l’ultima parola spetta a Pallotta). Ma per dubitare di questa non-notizia, basta pensare a quando SKY e altri media importanti quest’estate parlavano di Dzeko all’Inter in maniera totalmente sicura e confermata. Cosa che poi si è rivelata falsa, visto che Dzeko è il nostro centravanti titolare anche quest’anno. La storia è sempre la stessa. noi ci scanniamo con un’unica vittima, coLei a cui teniamo tutti di più: la Roma.
Siamo un popolo fragile psicologicamente al limite del bipolarismo. Con i social, la Roma si discute su molti temi: sullo stemma, sul management, sullo staff tecnico, sullo schema migliore etc. etc. Poi ,però, siamo tutti pronti a sostenere la squadra. Siamo tutti uniti. Tutti davanti alla tv a sostenervi (la squadra lo deve sentire). Saremo tutti lì sul campo e tiferemo per i giallorossi. Ripeto: abbiamo una squadra e uno staff tecnico di alto livello. Il quinto posto ci sta stretto. Per capacità e ambizioni, possiamo vincere sempre. Per capacità e ambizioni, dobbiamo scendere in campo sempre per vincere. Daje Roma!
Giordano Sepi