Sangue e Oro. Recensione di Power of Rome.

ROMA. Roma è un nome che quando lo scrivi o lo dici ti riempie la mente. Rimbomba nell’anima grazie a reminiscenze di vite passate di cui forse noi siamo solo un passaggio. Solo un’ennesima reincarnazione. Invece Roma è lì. Prima di noi. Dentro di noi. E dopo di noi. Eterna.

La storia di Roma è una storia di morte e di potere. Di Sangue e Oro. Il docufilm con Edoardo Leo (grande romanista) vola alto sulla storia di Roma imperiale con riferimenti anche a Roma come Capitale della Chiesa Cattolica. Mentre un’attrice vestita da imperatrice balla, Edoardo ci racconta come anche il culto di Maria, fondamentale anche ai giorni nostri, fu promosso da Elena, madre dell’imperatore Costantino.

La funzione dell’opera è di insegnare qualcosa ma lo fa con la poesia di Edoardo Leo, quasi irriconoscibile per la serietà con cui tratta un concetto delicato e importante come Roma. I monologhi degli Imperatori regalano la visione di uomini potenti, i più potenti del loro momento storico, ma anche terribilmente soli. E il pensiero corre all’attualità, alla solitudine di Putin, o forse di Medvedev, che non potendo andare oltre la propria cerchia, si staccano dalla realtà. Dalla Razionalità

Roma è il mondo. Roma è tutto. Queste sono parole di Edoardo Leo. Ed è giusto celebrare la città più importante della storia dell’uomo adesso, quando il club che la rappresenta ha vinto un trofeo internazionale. Indro Montanelli si amareggiava del fatto che l’ideale di Roma sia ricordato solo da una squadra di calcio. Ma tutti i componenti del club, compresi i tifosi, devono essere consci e orgogliosi di quello che rappresenta Roma in ogni campo dello scibile umano.

E’ nostro compito portare il club al successo per onorare la narrazione di Roma. Per onorare l’essere umano così influenzato dal tema Roma. E la sensazione è la stessa del docufilm. Per quanto possiamo usare termini iperbolici per descrivere Roma, niente la descrive in modo accurato alla sua bellezza e alla sua importanza.

Giordano Sepi