Bologna-Roma 2-0. Napoli. Collettivamente. Spirito di squadra. Spirito di mondo.
Leggermente nervose entrambe le squadre, però per il Bologna è un buon punto di partenza perché significa applicazione. I gol sono stati di Moro e Ndoye. La chiave della partita è stato la loro costruzione che saltava automaticamente il nostro pressing. Perché?
Fondamentale nel pressing come nella costruzione è il movimento. Loro facevano salire anche Calafiori dalla linea difensiva per liberarsi e noi rimanevamo fermi come giocatori del Subbuteo. Se i nostri attaccanti avessero marcato di più i loro costruttor,i il pressing avrebbe funzionato meglio. Significativo il primo gol, non solo perché Ndoye si libera troppo facilmente di Ndicka, ma anche perché precedentemente Cristante non va a coprire sul movimento senza palla di Freuler.
Ma in generale il pressing per funzionare deve essere collettivo. Deve essere un movimento unico di tutti i 10 giocatori di campo. Domenica non è stato così. Mettere quei 5 così dietro è una provocazione, ma mi serve per risaltare il fatto che, se vogliamo fare il pressing, anche i difensori devono salire, anche nella metà campo avversaria. Sennò non lo facciamo e si può giocare bene lo stesso. Ma il pressing, come la costruzione e mille altre tattiche nel calcio, se non è collettivo, non funziona.
Indipendentemente dal pressing (si possono vincere le partite anche senza), sarà fondamentale il gioco di squadra, il collettivo anche col Napoli. Se c’è un aspetto che ha funzionato è stata la comunicazione, ma specialmente hanno funzionato quei singoli che fanno del gioco di squadra una forza come Bove.
Mazzarri mette il Napoli col solito 433 dello spallettismo, ma con meno possesso, maggiore fase difensiva, maggiore propensione sulle palle contese, più verticalità. Se intendiamo il 433 come schema principalmente offensivo (alla Zeman per intenderci), non abbiamo capito un cazzo.
Spesso si mettono in fase difensiva con il 451, anche molto schiacciato in difesa.
In costruzione invece sono abbastanza ortodossi sul 433 e si mettono nello specifico col 4123.
Il pressing dell’Inter non gli ha permesso di costruire da dietro. Di solito, orchestra Lobotka, bravissmo anche nel recupero palla, o costruiscono su Kvara, che torna spesso indietro per aiutare la costruzione. O vanno su Di Lorenzo, il terzino destro. O lanciano lungo per Osimhen. Di Lorenzo, il terzino destro, è quello che col dribbling porta la palla in attacco e (come si vede dalla foto) si propone di più in fase offensiva rispetto a Natan.
Potranno cercare lo spazio tra esterno e braccetto, in particolare sulla loro destra con Anguissa, Politano e sporadicamente anche con Cajuste.
Possono difendere a zona sui corner…
… Ma anche a uomo scelta che penso che Mazzarri preferisce.
Come è fondamentale per la Roma il collettivo, lo spirito di squadra, come ha detto il buon Presidente, Sergio Mattarella, anche il mondo deve agire sulle grandi crisi mondiali collettivamente dalla lotta all’inquinamento e quindi al cambiamento climatico all’esplorazione dello spazio, dalla regolamentazione dell’intelligenza artificiale e della robotica alle guerre in Palestina e Ucraina. Serve uno spirito di mondo. Questa è la mia riflessione in questo Natale di guerra e di morte e allo stesso tempo questo Natale deve mettere le basi per i successi della Roma in questa stagione e a lungo termine. Buon Natale romanista!
Giordano Sepi