Roma-Atalanta 1-1. Lazio. La Pace di Roma.
L’Olimpico ha risposto “Presente!” anche contro l’Atalanta. Non è bastato. In una partita contro una squadra di fallosi, anche pesantemente, di perdite di tempo, di proteste continue. Insomma contro una squadra di pezzi di merda (che per me è un complimento), furbi come linci e anche dotati tecnicamente, con un arbitro come Aureliano, tanto felice quando ci deve fischiare contro, quanto restio nel fischiarci a favore, abbiamo pareggiato in una partita in cui meritavamo di più.
Il migliore dei nostri è stato Bove. Energia nella corsa, testosterone nel recupero palla, spesso pulito, e fosforo nel passaggio illuminante. Bene Kristensen da braccetto di destra, ma anche cuore a sinistra. Ottimo Hujsen nella fase difensiva e nella costruzione intelligente. Il nostro gioiello ha saputo segnare il rigore del pareggio che Aureliano, controvoglia, ha dovuto concederci perché richiamato dal VAR per entrata kung-fu di Ruggeri su Karsdorp. Piuttosto non si capisce come Aureliano non abbia dato punizione e cartellino a Kolasinac sul fallo su Dybala, lanciato a rete. Il possente difensore, che ha due piedi sinistri ed è destro, entrava in contrasto spesso al di fuori delle regole.
Il gol iniziale loro (di Koopmeiners) è frutto di un errore difensivo collettivo. Anche di Rui Patricio. Ma lui è bravo a non deprimersi e poi a intervenire bene sul possibile 2-0 di De Ketelaere, che si è presentato uno contro uno davanti al nostro grande portiere. Il carattere di Rui è stato fondamentale in questo girone di andata. Sarà fondamentale nel derby. In generale, un portiere con le palle è importante in un ambiente come quello romanista, che dà tutto, ma non risparmia critiche pesanti.
Si può dividere il girone di andata in due fasi. Le prime sei giornate sono state catastrofiche con 1 vittoria, 2 pareggi e 3 sconfitte. Poi siamo riusciti ad assestarci col 352. Con una buona fase difensiva e con la costruzione che cominciava con i centrali. Progressivamente siamo migliorati anche nel pressing. In questo secondo periodo abbiamo fatto 7 vittorie 3 pareggi e 3 sconfitte. Siamo leggermente migliorati anche nella performance in trasferta, ma l’Olimpico è la nostra fortezza, anche se adesso saremo ospiti a casa nostra. Contro i cugini.
Come invoco la pace in tutto il mondo, voglio chiedere anche a romanisti e laziali di riflettere sulla violenza prima e dopo il derby. Una violenza senza significato. Spesso inutile. Se non a creare dolore e a far sporcare la fedina penale. Drogato da una propaganda idiota, la conseguenza per un ipotetico giovane di 18-19 anni è di rovinarsi la vita.
Dovremmo capirlo per primi noi romani. In questa città di pace, pacificata, pacificante e pacifista. In questa città che ti dà pace, naturalmente e genuinamente, con la Storia del mondo che si mescola con la Leggenda. Quasi come ti dicesse: Ecco, sono qua. Sto qua da migliaia di anni e starò ancora qua per sempre. Ho visto uomini cattivi e uomini buoni. Sangue e oro. Morte e gloria. Sono morta e sono risorta tante volte. Sono ancora qua a chiedere pace. A chiedere convivenza pacificata. Come le varie statue di divinità di tutto il mondo convivevano dentro una villa romana duemila anni fa.
Ho un cristo che pende sopra il mio cuscino
E un buddha sereno sopra il comodino
Conosco a memoria il cantico delle creature
Grandissimo rispetto per le mille sure
Del corano, ‘ho pure un talismano
Che me l’ha regalato un mio fratello africano
Si giocherà quando il sole sarà già andato via, dopo la solita giornata di lavoro. I Romanisti all’Olimpico forse saranno meno di numero, ma sono sicuro che si faranno sentire tanto. Se biasimo la violenza che spesso accompagna il derby, i Romanisti all’Olimpico sono tenuti a sostenere il club contro una squadra forte, con una tifoseria calda che ci odia (almeno sportivamente). Il successo è responsabilità dei 15/16 che scenderanno in campo, ma l’apporto della Curva Sud e dei Distinti Sud potrà essere decisivo. Lazio merda!
Il grande allenatore, Maurizio Sarri, schiera il 433 che comincia con la costruzione 23 con al centro Rovella. Con possesso non per forza prolungato.
Il nostro pressing non deve tenere conto solo di Rovella, ma anche di Zaccagni, Vecino (o Kamada) e Guendouzi.
Attaccano specialmente dalla loro sinistra con Zaccagni, l’attaccante più pericoloso, (bravo anche da angolo dalla loro destra con i cross anche direttamente in porta) e Luca Pellegrini o saltuariamente con Kamada sulle seconde palle. Gli attaccanti esterni giocano quasi con i piedi sulla linea del fallo laterale, il che favorisce il dribbling di Zaccagni e anche di Felipe Anderson.
In fase di pressing, loro sono bravissimi, in particolare con Guendouzi.
Difendono a zona sui corner.
Daje Roma!
Giordano Sepi