Roma-Udinese 3-0. Athletic Bilbao. Il Tevere non ha paura degli affluenti.

La chiusura mentale di Soloukou, che non ha capito quello che significa DDR per la Roma, ci ha messo in un labirinto apparentemente senza uscita ma la guida professionale di Juric, forte di più di 200 panchine, ha fatto comandare tatticamente la partita alla nostra Roma e ci ha guidato come il filo d’Arianna a una bella vittoria. Serve unità come ha detto Paulo Dybala. Serve essere aperti mentalmente anche a tutto il mondo in politica ed economia.

Eravamo in una situazione di caos catastrofica. DDR era stato esonerato. La Ceo Soloukou si era dimessa. I tifosi della Sud che entrano in Curva mezzora dopo in contestazione con la proprietà e la squadra. Durante la partita, Cristante e Pellegrini, considerati i protagonisti di un supposto ammutinamento contro DDR, sono stati fischiati. Tutto faceva presagire il peggio.

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La squadra invece ha reagito bene. Guidata bene da un serio professionista come Ivan Juric. Ha comandato la partita. Ha segnato con Dovbyk, Dybala su rigore e Baldanzi, entrato nel secondo tempo. Bene anche Pisilli e ElSha. Bene la fase difensiva che ha tenuto la porta inviolata. Hanno dimostrato molta personalità Cristante e Pellegrini davanti ai fischi. Accanto all’aspetto del casino della Roma e della conseguente contestazione, oltre al bel fatto della vittoria, c’è anche il fatto ancora più bello dell’amicizia tra romanisti (in particolare i Fedayn) e gli ultrà dell’Udinese.

L’apertura ideale che sosterrò a livello politico fra poche righe deve riguardare anche i tifosi romanisti, ai quali chiedo maggiore fiducia per il club e per la squadra. Paulo Dybala ha chiesto unità a tutto il mondo Roma, dopo la partita. La Curva Sud e l’Olimpico sono necessari al successo della Roma. Poi, da quello che ho capito, ci sarà ancora contestazione ma NOI SIAMO LA ROMA. Non dobbiamo temere nemmeno uno dei più forti club dell’Europa League come l’Athletic Club de Bilbao.

Se il simbolo animale dell’Udinese è l’aquila del Friuli, che deriva da quella degli Asburgo, i nostri prossimi avversari, l’Athletic Bilbao, sono chiamati i leoni perché St. Mames, il santo che dà il nome al quartiere dove si trova lo stadio dell’Athletic, ammansì i leoni nell’arena proprio nel periodo tanto caro a noi dell’Impero Romano.

Quando Lizarazu, grande terzino della nazionale francese, arrivò all’Athletic Bilbao ci fu molto scalpore nei Paesi Baschi. Era francese. Ma era basco. Veniva così osservata la regola per cui nell’Athletic Bilbao giochino solo giocatori baschi. Ma la storia dei Paesi Baschi è sempre stata questa. La forza delle loro tradizioni, fino a aspirazioni di indipendenza dalla Spagna, non teme contaminazioni o incroci. E oggi il migliore giocatore del Bilbao è Nico Williams, che è basco, ma è nero. Se conosci le tue origini, non hai paura della mescolanza.

I Paesi Baschi non hanno paura della mescolanza perché hanno radici forti come li aveva l’Impero Romano. Come Ivan Juric ha idee forti in cui crede fermamente per questo lascia licenza poetica a Paulo e altri giocatori dalla grande qualità tecnicamente. La sicurezza nelle proprie idee, nei propri valori come deve essere l’Europa permette l’apertura verso il resto del mondo.

Un mondo aperto è l’unica strada percorribile per grandi stati come La Cina e l’Europa. Entrambi essenziali a vicenda. Draghi ha chiesto che l’Europa sia forte. In grado di non essere dipendente dall’esterno. Poi a questi livelli così grandi, è normale avere a che fare con paesi che hanno monopoli. E’ per questo che bisogna pensare a qualcosa di diverso: essere necessari all’altro quanto loro sono necessari a noi.

A livello politico, ideale, ma anche geografico, l’Europa è il ponte naturale tra Cina e USA. E’ necessario far dipendere la Cina da noi come noi in qualche campo dobbiamo dipendere forzatamente dalla Cina. La Cina è necessaria all’Europa per le batterie, dove c’è un monopolio cinese nelle materie prime e nella produzione e allo stesso modo l’Europa è necessaria alla Cina per il know-how nel settore automobilistico, per il design, perché ha tante fabbriche di auto a combustibile fossile facilmente convertibile per auto elettriche.

Il cambiamento climatico vs ritardo delle auto elettriche europee. E’ tema di questi giorni la crisi del settore automobilistico europeo che ha grandi difficoltà ad aggiornarsi al sistema elettrico. La Cina ha un grande vantaggio, ma poi, se il motivo è il cambiamento climatico, è necessario che il Grande Dragone sviluppi altri tipi di approvvigionamento energetico, rispetto al carbone. Anche perché gli effetti del cambiamento climatico non sono previsioni di un futuro lontano, ma sono attuali in tutto il mondo. E’ per questo che le politiche climatiche antiquate di Trump non sono più possibili.

Trump presidente degli USA cosa significherebbe? Forse il danno peggiore che potrebbe fare Donald Trump al mondo è la sua politica di chiusura. Intanto per gli USA stessi. Mettere tariffe sui prodotti esteri significa far aumentare tanti prodotti entrati nella vita degli americani quotidianamente. Questo porterebbe a una politica speculare da parte delle altre macroregioni. Anche i prodotti americani che hanno bisogno di componenti esteri aumenterebbero tantissimo. Quindi ne risentirebbero anche i mercati portando inflazione e recessione: in tre parole crisi economica mondiale.

Se Donald Trump vuole essere Presidente degli USA deve essere presidenziale come già fa Kamala Harris. E’ per questo che Harris ha vinto il confronto televisivo su ABC. Non tanto per il fact-checking dei moderatori sulle evidenti bufale di Donald, ma perché ha dato l’idea di un politico che offre opportunità, non paura, e gli USA sono principalmente la terra dell’ottimismo, della positività dell’opportunità.

E’ pericoloso per il mondo se gli USA avranno un presidente che si muove dettato della paura come la paura che tenta di infondere nel suo popolo, accusando falsamente gli immigrati, mentre ammicca a Putin, alle dittature nel mondo, malcelando le sue vere intenzioni, ossia una dittatura nel tempio della democrazia che sono gli USA. Come si può interpretare diversamente quando dice ai MAGA: Non avrete più bisogno di votare?

Il coraggio all’apertura era anche quello con cui si identificava l’Impero Romano che per questo durò circa 500 anni (che sono tanti e non pochi) e che in qualche modo sopravvive anche adesso. Fu l’allargamento della cittadinanza romana sempre più ai confini. Furono i generali barbari come Ezio e Stilicone. Fu l’apertura alle altre religioni, a tutte le culture, a fare grande Roma. Il Tevere non ha avuto mai paura dei suoi affluenti. Giocheremo contro una grande del calcio spagnolo, una squadra anche adesso molto forte, ma noi rappresentiamo Roma: non possiamo temere l’Athletic Bilbao.

Valverde mette in campo il Bilbao con il 4231 che in fase difensiva diventa 442 con Sancet all’altezza di Guruzeta. Qui il Bilbao con la classica maglia a righe biancorossa nella partita persa contro i loro figliocci dell’Atletico Madrid (0-1).

Diventa 424 in fase di pressing con i Williams sui terzini e Herrera e Prados (al posto di uno dei due può giocare Ruiz de Gallareta) sui mediani avversari. In fase di costruzione possono costruire con entrambi i mediani con una formazione 24.

In fase offensiva Sancet può giocare trequartista centrale per aiutare il possesso e cercare il filtrante avvelenato per Guruzeta o svariare soprattutto sulla loro destra per dialogare con Inaki Williams. I terzini rimangono abbastanza bloccati dietro (tranne Gorosabel).

Il giocatore migliore è Nico Williams veloce e dal dribbling che confonde, specialmente quando, dal lato sinistro, va verso il centro per tirare di destro, spesso col suo micidiale tiro a giro. E’ forte anche il fratello Inaki Williams che può svariare anche sul lato sinistro, bravo con entrambi i piedi, ha la sua arma migliore nell’assist basso, semplice e intelligente (2 assist contro il Las Palmas, uno per Sancet, con velo a smarcare di Guruzeta, e uno per Nico Williams, entrambi rasoterra), mentre col Leganes ha segnato.

Difendono principalmente a uomo sui corner.

Stiamo attenti specialmente sui fratelli Williams, sempre pronti a partire in contropiede.

L’apertura a tutte le religioni e le culture dell’Impero Romano appartiene anche ai Paesi Baschi ed è di insegnamento per il mondo in politica e in economia. La strada indicata da Juric contro l’Udinese è quella giusta e, anche se ci sarà contestazione, la forza delle sue idee insieme alla forza dell’idea di Roma potrà avere la meglio anche contro i leoni baschi, uno degli avversari più difficili che ci aspetta in questa fase iniziale dell’Europa League insieme a Tottenham ed Eintracht Francoforte. Daje Roma!

Giordano Sepi

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