Milan-Roma 3-1. Venezia. Coordinamento europeo.

Bisogna trarre insegnamento dalle sconfitte. La Roma è mancata in comunicazione in fase difensiva e altruismo in fase offensiva. In generale è mancata in coordinamento. La coordinazione è essenziale anche per l’Europa e in generale per il mondo per le sfide del terzo millennio.

Non mi unisco alla sindrome di Calimero di molti romanisti (“Tutti mi odiano perché sono piccolo e nero”). Voglio invece parlare dei problemi per risolverli. La vittoria del Milan è dovuta sicuramente al grande valore del Milan che partiva favorita, ma altrettanto sicuramente ad una mancanza di coordinamento romanista in fase difensiva e in fase offensiva.

Tutti i gol del Milan sono arrivati per una sbagliata linea del fuorigioco (e quindi un errore di comunicazione) che hanno tenuto sempre in gioco il giocatore che ha fatto l’assist nel primo gol (Theo Hernandez e i giocatori più avanzati (per il secondo gol Abraham e per il terzo gol Joao Felix).

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La Roma poi ha avuto la possibilità di fare il 3-2 ma poi Lorenzo ha cercato il tiro invece dell’extrapass per Dybala che gli avrebbe dato una possibilità di segnare più alta. Poi non è giusto giudicare Lorenzo per un singolo errore, ma assolutamente, se in fase offensiva saremo più altruisti, troveremo occasioni più facili.

Quindi il problema è una mancanza di comunicazione in fase difensiva e una mancanza di altruismo in fase offensiva. In una parola: coordinamento.

Allo stesso modo è fondamentale il coordinamento europeo che poi diventi un coordinamento mondiale perché le sfide del Nuovo Millennio hanno bisogno di unione. Di gioco di squadra. Non di scontro che poi fa disastri per entrambe le parti in gioco.

Per questo sono molto contento che, dopo il difficile raggiungimento di una tregua a Gaza, il vento della Pace è sempre più forte anche per l’Ucraina. Poi è giusto che l’Ucraina si garantisca da futuri nervosismi e conseguenti rottura della legge internazionale della Russia con una forza di peace-keeping europea sul proprio territorio.

“Dobbiamo scegliere se essere felici vassalli o protagonisti” così ha detto il nostro grande presidente Mattarella. Gli USA stanno uscendo dalle associazioni umanitarie internazionali, quindi non garantiscono più l’aiuto ai popoli in difficoltà e rinunciano alla loro influenza in luoghi di povera gente (ma anche ricche di materie prime).

Se l’Europa saprà prendere il testimone, si prenderà il ruolo di protagonista come player per la libertà e la democrazia, approfitterà di queste ricchezze e avrà un ruolo di supremazia sul mondo. Per questo, il coordinamento tra stati europei è fondamentale.

Adesso la Roma andrà a Venezia. Contro un avversario disperato. Dobbiamo fare tesoro degli insegnamenti di San Siro e metterli in campo contro i neroverdiaranacioni.

Di Francesco mette in campo il 352 con poco possesso, atteggiamento molto verticale e talmente offensivo che spesso, in fase di pressing diventa 343 con Ellertsson che va in pressing sul centrale difensivo nostro di sinistra.

Qui anche se Oristanio è centravanti, essendo mancino, in realtà preferisce giocare sul centrodestra per rientrare sul sinistro. Un’altra osservazione che si può fare è su Sverko che forma di solito i 3 di difesa ma qui rompe la linea per andare in pressing sull’8 dell’Empoli (Anjorin).

Invece contro l’Inter Ellertsson (mancino) ha giocato come esterno sinistro e Busio era primo pressatore insieme a Otistanio e Pojanpalo.

Difendono a uomo sui corner.
ll mediano di riferimento per iniziare il gioco è Nicolussi Caviglia con una W con solo la gamba di destra, dove spesso sviluppano il gioco sulle fasce ,con la personalità di Zampano o con la freschezza di Zerbin. Qui si vede anche il movimento di Idzes per lliberarsi della marcatura a uomo.

Daje Roma!

Giordano Sepi

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