Roma-Verona 1-0. La libertà di movimento dell’Inter. Il mercato libero. La globalizzazione dei diritti.
Affrontare una grande squadra come l’Inter significa confrontarsi con una squadra con movimenti molto liberi e questo ci porta a parlare del libero movimento delle merci, della globalizzazione dei diritti e della conseguente nuova modernità di tante società civili asiatiche.
Ci porta a parlare di Papa Francesco. Punto di riferimento importante per chi rivendica diritti per gli ultimi sulla terra.
Ci mancherà tanto Jorge Mario Bergoglio e sarà difficile che il nuovo Papa lo eguagli nell’intelligenza e specialmente nella bontà d’animo.
Ma partiamo da sabato e dalla partita dell’Olimpico.
Una buona e una cattiva notizia nella partita contro il Verona.
Partiamo dalla buona: la Roma porta a casa spesso la pagnotta contro squadre più deboli.
La cattiva è il senso di incompiuto di questa squadra. Quasi che s’accontentasse di vincere con il minimo scarto.
Decisivo Soulè nel gol-vittoria, ma l’autore è Eldor che mette il pallone in rete e non permette salvataggi clamorosi ai difensori del Verona.
33a Giornata Serie A | Primo Tempo | Secondo Tempo | Risultato Finale |
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Ora però andremo a San Siro contro l’Inter, una delle più forti squadre europee, attualmente primo in Serie A.
Dovremo fare un passo avanti nella qualità della performance, sfruttando il fatto che gli avversari hanno già tante partite sul groppone.
L’Inter di Simone Inzaghi, come le più grandi squadre europee, difende e attacca in 10.
Ti aggredisce con tanti uomini in fase di pressing con Barella o Mkhi che vanno in pressing sui difensori in aggiunta alle due punte.
In costruzione, il punto di riferimento è Calhanoglu, ma di solito sviluppano il gioco sulle fasce.
Se gli altri fanno pressing su tutti, costruiscono direttamente col portiere Sommer.


Anche Acerbi si può spingere avanti in costruzione e segnare sui corner come Bastoni o Pavard.

La libertà di movimento dei giocatori dell’Inter è come la libertà di movimento delle merci e ultimamente anche dei beni immateriali grazie a internet.
Stiamo parlando del libero mercato e la conseguente globalizzazione.
Ad esempio, la Nike ha avuto tanto margine di guadagno e si è permessa prezzi abbordabili (?) perché (sotto)paga i lavoratori vietnamiti e ha prezzi economici sui materiali nel Sud-Est Asiatico.
Se la Nike fosse costretta a spostare la produzione in USA, il prezzo delle scarpe salirebbe in maniera vertiginosa e andrebbe a fallire dopo poco tempo.
E’ la parabola del mercato che, dopo periodi di crescita, ha vertiginose cadute.
Sono allo stesso tempo naturali e indotte da errori umani.
La realtà è che Trump ha decretato con la sua scelta dei dazi la fine dell’età dell’oro americana.
Anche questo è ricorrente nella storia dell’umanità. Chi dice di essere il portatore dell’età dell’oro è di solito colui che procura la catastrofe.
Questa globalizzazione commerciale ha portato ad una globalizzazione dei diritti.
In tanti paesi dell’Asia è diventata sempre più forte la richiesta di una vita più moderna, con più diritti.

Sono stati adottati gli usi dei paesi occidentali.
Non è una rivoluzione violenta e sanguinaria, ma è un nuovo, lento riformismo che cambia profondamente la cultura e la società islamica.

L’uomo con cui più si identifica questa globalizzazione dei diritti è stato il nostro amato Papa Francesco.
La testimonianza della Fede di Papa Francesco si è concretizzata nell’aiuto agli ultimi con l’enciclica “Tutti fratelli” (quindi con la richiesta di pace) e con la difesa del Creato con l’enciclica “Laudato Si”. Proprio secondo l’insegnamento di San Francesco d’Assisi.

La globalizzazione significa che in tutto il mondo tutti dobbiamo sapere l’inglese.
La globalizzazione significa principalmente l’americanizzazione del mondo.
Come, durante l’Impero Romano, tutti dovevano sapere il latino per vivere. E si parlava di Romanizzazione.
Daje Roma!
Giordano Sepia