Roma – Atletico Madrid 0-0
E’ stata una partita complicata. Abbiamo giocato alla morte contro i colchoneros, che negli ultimi 4 anni sono stati per due volte vicecampioni europei (e forse è giusto definirli vicecampioni mondiali). Abbiamo sofferto tanto. Siamo stati fortunati tanto. Alisson (bravissimo) è stato un fattore. Sono stati un fattore anche la Curva Sud e l’Olimpico, dove ho sentito solo incoraggiamenti e nessun fischio. I romanisti hanno capito che era una sfida molto (aiutatemi a dire molto), MOLTO difficile e hanno sostenuto la squadra. La Roma, obiettivamente, non ha giocato bene. Se facciamo un confronto con la Roma dell’anno scorso, al momento siamo più deboli. Ma anche allo stadio, l’impressione è che il gioco di Di Francesco è molto diverso, da quello di Spalletti. Ci vuole tempo per capire i nuovi meccanismi, la nuova organizzazione di gioco, che alcuni, anche forti giocatori, come Strootman e Nainggolan, fanno fatica a capire. Forse è il caso di far giocare Pellegrini. Forse è il caso di puntare su un falso 9 (come lo possono essere Schick e Defrel), che su un centravanti vero come Dzeko. Forse è il caso di aspettare che questi meccanismi siano digeriti dai giocatori, compreso Cengiz che a quanto pare parla solo turco, ma è un ottimo giocatore. Forse è il caso che anche i senatori ascoltino di più l’allenatore, cercando di capire i movimenti che chiede. Insomma, aspettiamo. La Roma a tratti fa vedere un gioco migliore dell’anno scorso. Se questi sono i presupposti, presto vedremo una Roma più forte dell’anno scorso. Ora avremo Verona in casa, Benevento al Vigorito e Udinese in casa. Sono 3 partite da non sottovalutare, ma più facili di quelle passate. In queste partite si devono vedere passi avanti, in modo che quando andremo a Baku contro il Qarabag e a San Siro contro il Milan saremo pronti per far vedere la nuova Roma, quella 2017/18, targata Di Francesco. Daje Roma!
It was a complicated game. We have played hasta la muerte against colchoneros, who for the last 4 years have been twice as European vice champions (and maybe it’s fair to call them world vice champions). We suffered so much. We were so lucky. Alisson (very good) was a factor. The Curva Sud and Olimpico were also a factor, where I only heard encouragement and no whistle. The Romanisti understood that it was a very (help me to say very), VERY difficult challenge and supported the team. Roma, objectively, did not play well. If we make a confrontation with Rome last year, we are currently weaker. But even at the stadium, the impression is that the tactics of Di Francesco is very different from Spalletti’s tactics. It takes time to understand the new mechanisms, the new game organization, which some, even strong players, such as Strootman and Nainggolan, have difficult to understand. Maybe it’s the case of playing Pellegrini. Maybe it’s the case of bet on a false 9 (as can be Schick and Defrel), which is on a real central forward like Dzeko. Maybe it’s a good idea to wait for these mechanisms to be digested by players, including Cengiz, who apparently only speaks Turkish but is a great player. Perhaps it is also the case that even the senators listen the coach more, trying to understand the movements he asks. In short, we wait. Rome sometimes shows a better game last year. If these are the conditions, we will soon see a stronger Rome than last year. Now we have Verona at home, Benevento at Vigorito and Udinese at home. They are 3 games not to be underestimated, but easier than the past ones. In these games we must see forward steps, so when we go to Baku against Qarabag and San Siro against Milan we will be ready to show the new Rome 2017/18, by Di Francesco. Daje Roma!
Giordano Sepi