Il punto della situazione. The point of the situation.
Sono giorni convulsi. Dopo che la Roma ha acquistato diversi giocatori anche dalla grande qualità tecnica (Marcano, Coric, Cristante, Kluivert, Santon, Zaniolo e Pastore, a cui diamo il benvenuto), è arrivato il momento di vendere. Già ho scritto su facebook quanto per noi romanisti è stata dolorosa la cessione del Ninja. Almeno un altro grande giocatore partirà. Tenendo ben presente che la Roma ha guadagnato circa 100 milioni per le semifinali di Champions e forse altri 80/90 per il terzo posto in Serie A, quindi non ha necessità di vendere. In ogni caso se Real Madrid o Chelsea offriranno 80 milioni per il nostro portiere Alisson, è impossibile dire di no, sia per il fascino della squadra comprante (soprattutto il Real Madrid) esercitato sul brasiliano, sia per l’aspetto economico che lo porterebbe a guadagnare di più, sia per il nostro club che vendendo un portiere a tale cifra, nonostante lo consideri il più forte del mondo nel suo ruolo, segnerebbe il record per la vendita di un portiere. La Roma comunque è irremovibile sulla richiesta di 80 milioni e nè il Real, nè il Chelsea sembrano disposti ad offrirli. Quindi in questo caso la Roma ha completa libertà di decisione, considerando, come già detto, che non ha nessun bisogno di vendere.
Situazione ben diversa per Manolas, per cui la Roma non ha voce in capitolo, visto che aveva pattuito col difensore centrale una clausola rescissoria di 38 milioni di euro. Se il Chelsea si presenterà con quella cifra, poi spetterà al giocatore e unicamente a lui decidere se rimanere o andarsene. L’altra variabile indipendente è chi sarà l’allenatore dei Blues londinesi nella prossima stagione, perchè tutti sono sicuri nel dire che sarà Sarri, l’ex-Napoli, che vorrebbe il nostro difensore greco, ma nel momento in cui scrivo non è stato ufficializzato ancora nulla, anche perchè Antonio Conte (l’allenatore dello scorso anno),, se esonerato, guadagnerebbe una buona uscita di 20 milioni, come dicono gli stessi ben informati, che sono tanti soldi anche per Abrahmovic.
Se la Roma venderà uno dei due o entrambi, sarà molto doloroso per noi tifosi che ci siamo affezionati a Alisson e a Kostas, come lo è stato per Radja, come negli anni ’80, io che ero bambino, soffrivo per la cessione di Ancelotti e Di Bartolomei, in buona compagnia di tanti tifosi romanisti. L’allora presidente della Roma Dino Viola ci ricordò che bisogna tifare la maglia e non il singolo (il giocatore non va divinizzato, è la maglia che tiene il sudore). Allo stesso modo, in qualsiasi condizione di mercato ci troveremo, non lasciamoci andare a reazioni isteriche. Qualunque giocatore, per quanto forte, non può vincere da solo, ma è sempre la forza del gruppo, il concetto di squadra di cui facciamo parte anche noi tifosi l’aspetto decisivo nella vittoria e nella sconfitta. Non abbiamo bisogno di eroi. Non abbiamo bisogno di martiri. Non abbiamo bisogni di giocatori che si intestardiscono a giocare da soli. Basta vedere la situazione di Messi negli attuali Mondiali di Russia. Caricato di troppe responsabilità, elogiato fin troppo con epiteti esagerati (come il più grande di tutti i tempi), si trova adesso in una situazione difficile con l’Argentina. E lo stesso discorso si può fare per Ronaldo, che non tenta dribbling impossibili, ma che conclude spesso di prima l’azione dei portoghesi, gode della fiducia dei compagni e dà fiducia a loro, suggerendogli i movimenti migliori. E’ il leader della squadra, il migliore giocatore dei lusitani e un allenatore in campo, ma mai si sognerebbe di giocare troppo da solo. E’ un leader caratteriale (come lo è soltanto tecnicamente Messi). a me è rimasto impresso quando in Real-Juve sul secondo gol dei juventini, cercava di caricare la squadra, ricordando che bastava solo un gol per portare a casa la qualificazione. E l’ha segnato lui su rigore all’ultimo minuto (altra dimostrazione di grande personalità), ma era stato procurato per un fallo su Lucas Vazquez, altro grande giocatore dei Blancos.
Ho già parlato della crisi dell’ATAC e del malcostume tutto romano di non timbrare il biglietto già in questo podcast. Qui mi soffermo invece sull’aspetto del ritorno dallo stadio con i mezzi pubblici, spesso una mission impossible. Sono stati fatti passi avanti importanti come l’hub di San Giovanni, che unisce Metro C e Metro A, ma c’è ancora molto da fare. Il Comune, come è giusto, promuove la possibilità di andare allo stadio con i mezzi, che risolverebbe i problemi del traffico e del parcheggio. C’è ancora tanto da fare. Se la partita è alle 20:45 e finisce circa alle 22.35 non posso prendere l’ultima corsa della Metro C alle 23.30, visto che devo prendere tram o bus e Metro A prima. Quindi andrebbero allungati i tempi della Metro C fino almeno all’1.00/1.30, come già succede per la Metro A nel week-end. In teoria per risolvere del tutto il problema, l’orario dell’1.30 del week end dovrebbe essere esteso per tutte le linee, tutti i giorni. Questo è il mio suggerimento per promuovere l’utilizzo dei mezzi, conscio che è stato già fatto tanto, ma che c’è ancora tanto da fare. E’ un modo per promuovere anche il turismo. Roma è bellissima. Dobbiamo esserne degni come cittadini e come squadra. Daje Roma!
They are convulsive days. After the Roma has bought several players also with great technical quality (Marcano, Coric, Cristante, Kluivert, Santon, Zaniolo and Pastore, to which we welcome), it is time to sell. I already wrote on Facebook how much for us Romanists the sale of the Ninja was painful. At least one other great player will leave. Keeping in mind that Rome has earned about 100 million for the Champions semifinals and perhaps another 80/90 for third place in Serie A, so it does not need to sell. In any case if Real Madrid or Chelsea will offer 80 million for our goalkeeper Alisson, it is impossible to say no, both for the charm of the squad (especially the Real Madrid) exercised on the Brazilian, both for the economic aspect that would lead to earning more, both for our club that selling a goalkeeper at this cost, despite considering him the best in the world in his role, would mark the record. Roma, however, is adamant on the request of 80 million and neither Real, nor Chelsea seem willing to offer them. So in this case, Rome has complete freedom of decision, considering, as already said, that it has no need to sell.
A very different situation for Manolas, for which Rome has no say, given that it had agreed with the central defender a rescission clause of 38 million euro. If Chelsea shows up with that amount, then it will be up to the player and only him to decide whether to stay or leave. The other independent variable is who will be the coach of the London Blues in the next season, because everyone is sure in saying that it will be Sarri, the ex-Napoli, who would like our Greek defender, but when I write it was not officialized still nothing, also because Antonio Conte (the coach of last year), if exempted, would earn 20 million, as they say well informed, that there is so much money also for Abrahmovic.
If Rome sells one of the two or both, it will be very painful for us fans that we are fond of Alisson and Kostas, as it was for Radja, as in the ’80s, when I was a child, I suffered from the sale of Ancelotti and Di Bartolomei, in good company with many Roman fans. The then president of Roma Dino Viola reminded us that we must cheer the shirt and not the single (the player is not to be deified, it is the shirt that keeps the sweat). In the same way, in any market conditions we will find ourselves, let’s not go to hysterical reactions. Any player, no matter how strong, can’t win alone, but it is always the strength of the group, the concept of the team of which we are also part of the fans the decisive aspect in victory and defeat. We don’t need heroes. We don’t need martyrs. We don’t have the needs of players who stubbornly play alone. Just look at Messi’s situation in the current World Cup in Russia. Loaded with too many responsibilities, praised too much with exaggerated epithets (as the greatest of all time), he is now in a difficult situation with Argentina. And the same can be said for Ronaldo, who does not attempt impossible dribbling, but who often concludes the action of the Portuguesewith one touch, enjoys the trust of his teammates and gives them confidence, suggesting the best movements. He is the leader of the team, the best player of the Lusitanians and a coach in the field, but never would dream of playing too much alone. He is a charism leader (as is only technically Messi). I was impressed when Real-Juve on the second goal of Juventus, trying to load the team, remembering that just one goal was enough to bring home the qualification. And he scored him on a penalty at the last minute (another demonstration of great personality), but had been procured for a foul on Lucas Vazquez, another great player of the Blancos.
I have already talked about the crisis of the ATAC and the all-Roman malpractice of not stamping the ticket already in this podcast. Here instead I dwell on the aspect of the return from the stadium by public transport, often a mission impossible. Important steps have been taken such as the San Giovanni hub, which combines Metro C and Metro A, but there is still a lot to do. The administration of the city, as is right, promotes the possibility of going to the stadium with the public trasport, which would solve the problems of traffic and parking. There is still much to do. If the match is at 8.45pm and ends around 10.35pm I can not take the last Metro C ride at 11.30pm, since I have to take tram or bus and Metro A first. So the times of the Metro C should be extended until at least 1.00 / 1.30, as already happens for Metro A on the weekend. In theory, to completely solve the problem, the time of the weekend’s 1.30 should be extended for all lines, every day. This is my suggestion to promote the use of the public trasport, knowing that much has already been done, but that there is still much to do. It is a way to promote tourism as well. Rome is beautiful. We must be worthy as citizens and as a team. Daje Roma!
Giordano Sepi