Siviglia – Roma 2-0

Siamo tutti colpevoli. Spesso passaggi sbagliati: o nel dosaggio della forza o nella direzione. Scelte sbagliate sia in fase offensiva che in fase difensiva. Abbiamo spesso rifiutato tiri migliori per assist per tiri più difficili.

Sul primo gol di Reguilon, Brunetto sbaglia [è andato in difficoltà sia su Reguilon che su Ocampos (non avevo previsto che gli attaccanti esterni giocassero così larghi)], Ibanez sbaglia, ma soprattutto Pau Lopez si fa superare troppo facilmente. Forse paradossalmente avevamo troppa fiducia e abbiamo sottovalutato l’avversario che è e sarà un pretendente alla vittoria finale. C’è Troppa sicurezza anche nell’errore di Ibanez nel secondo gol, quando entra in scivolata come ultimo uomo su Ocampos, mancando la palla. In questi casi devi aspettare perché rischi di lasciare campo libero all’avversario. In attacco non abbiamo fatto meglio. Il Siviglia ha vinto sotto tutti gli aspetti: psicofisici, tattici e in tutti i settori.

Non siamo mai riusciti ad andare in contropiede tranne nei primi minuti. Dovevamo lanciare lungo su Dzeko. Invece spesso giocando palla a terra, non arrivavano palle pulite in attacco, come ha detto Dzeko. L’atteggiamento sbagliato è anche colpa di Fonseca. Non sempre puoi sottomettere l’avversario, ma si può vincere anche con due contropiedi sporchi. L’umiltà non si dimostra solo chiedendo scusa dopo le sconfitte, ma anche rispettando le caratteristiche dell’avversario. Può capitare di affrontare avversari con più qualità tecnica.

I nuovi proprietari (Dan e Ryan Friedkin) significano nuovo entusiasmo per la maggior parte dei romanisti. La stagione è stata insufficiente. Abbiamo perso tutte le occasioni per fare il salto di qualità. Questa era l’ultima occasione e l’abbiamo drammaticamente sbagliata, ma non per questo “E’ tutto da rifare” come diceva Bartali. Per la prossima stagione, la rosa (per la maggior parte) e lo staff tecnico vanno confermati e devono imparare dagli errori di quest’anno, in modo da responsabilizzarli. Dobbiamo conservare la struttura di squadra, oliando i meccanismi tattici e umani, aggiungendo due o tre giocatori mancanti [come ad esempio un terzino o ala destra più difensiva di Bruno Peres, un centrocampista e un difensore (Smalling andrebbe benissimo) bravi soprattutto nella fase difensiva]. Ricordiamoci che stiamo parlando di persone, non di robot, quando si conserva la struttura di una rosa e di uno staff tecnico, si preservano le intese tattiche, le dinamiche di gruppo e i rapporti umani. Daje Roma!

Giordano Sepi

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