L’avversario di giovedì: l’Ajax.

L’eroe ritratto nel simbolo dell’Ajax è un eroe della mitologia greca, Aiace Telamonio, chiamato così per differenziarsi da Aiace Oileo. Era un cugino di Achille, molto alto, molto forte, molto valoroso. Maestro con la lancia, vinse la gara di lancio del giavellotto fatti in onore della ritrovata pace tra Achille e Agamennone. Se i greci ogni tanto chiedevano aiuto agli dei, Aiace non la faceva mai. Si è scontrato con Ettore e lo scontro è finito pari. Dopo la morte di Achille, divenne pazzo perché non diedero le armi del Pelide a lui, ma a Ulisse, e si tolse la vita. Nell’Ade è ancora adirato con Ulisse per questo. Non sa che le armi di Achille onoravano la sua tomba.

La Roma ha un’identità precisa e una storia precisa in questa stagione: quando per qualità tecnica siamo superiori, a prescindere dall’atteggiamento e la tattica dell’avversario, al 99% portiamo a casa la posta. Se tradisce la sua identità, cade. Questo è un avversario di qualità e, se siamo superiori, siamo superiori proprio di un pelo. Sicuramente dobbiamo avere un atteggiamento combattivo. Se giochiamo con un filo di gas per risparmiare benzina, rischiamo di non arrivare all’appuntamento con la storia. Dobbiamo avere un atteggiamento tattico duttile: saper difendere e saper attaccare. E’ necessario correre veloci, usando l’intelligenza per rallentare alle curve: possiamo portare a casa la weed.

Ten Hag schiera il 4231 con Tadic falso 9.

La chiave tattica è Klaassen (destro) che si inserisce in zona offensiva perché ha un buon tiro (ma non un ottimo controllo di palla). Stiamo attenti alla velocità e al dribbling di Antony (sinistro) e Neres (sinistro). Il giocatore più pericoloso è Tadic (sinistro). Come tutti gli slavi, dipende da come si sveglia quel giorno, ma è comunque un attaccante molto valido. Come vedete, tutti i giocatori offensivi sono sinistri (tranne Klaassen) quindi come capita spesso per i sinistri, giocano solo di sinistro. Costruiscono sulla sinistra con il dribbling di Neres (molto confusionario e quindi molto pericoloso), che è spesso innescato da Tagliafico, ma possono attaccare anche sulla destra con Antony che dialoga con Timber, e poi è pericoloso quando va verso il centro per tirare di sinistro. Mentre probabilmente Neres cercherà l’assist.

Sono molto bravi nel pressing, specialmente quando alzano il centrocampo con Klaassen molto alto. In questo caso, non dobbiamo per forza giocare palla a terra, ma se superiamo il pressing con palla a terra, possiamo creare la superiorità numerica in fase offensiva. In ogni caso pensiamo anche al lancio lungo per Dzeko.

Sono molto bravi nella costruzione anche con i centrali difensivi, Martinez e Alvarez, ma il playmaker principale è Gravenberch (bravo anche nella fase difensiva) che si abbassa tra i due centrali (“fa la volpiana”), formando un 343.

Attenzione sui calci d’angolo dove potrebbero cercare il doppio tocco di testa con il primo prima del primo palo.

Loro faranno pressing e gioco d’attacco anche con la linea difensiva molto alta, quindi saranno fondamentali i lanci e il lavoro degli attaccanti sulla linea del fuorigioco, poi però davanti al portiere: killer istinct.

Le nostre chiavi tattiche sono principalmente due: vincere il loro pressing anche con lanci lunghi su Dzeko e contenere la loro fascia sinistra. Infatti, loro sono molto forti sulla sinistra con Tagliafico e Neres, quindi è molto importante l’attitudine e il sacrificio del nostro terzino destro che per me deve essere Veretout, che ha maggiore attitudine difensiva. Se Fonseca crede in Brunetto, anch’io ci credo, ma lui deve volersi sacrificare anche in fase difensiva, cosa che, quando vuole, fa benissimo. Un’altra opzione è spostare Spinazzola a destra e mettere Calafiori a sinistra. L’ultima decisione spetta al nostro allenatore, in cui credo.

Dzeko è fondamentale sotto tre aspetti. 1) Il bosniaco è importante nella costruzione, perché loro faranno pressing e noi possiamo lanciare lungo su di lui che poi può orchestrare il contropiede. 2) Edin deve pressare, cosa in cui è un po’ pigro, ma è necessario non solo marcare il playmaker, ma anche (saltuariamente) fare la copertura preventiva sul portiere. 3) Il diamante di Bosnia deve decidere la partita con uno o due gol. Deve divertirsi (cosa che devono fare tutti) ed esaltarsi. Può essere una delle nostri chiavi tattiche.

Dobbiamo avere ben altro atteggiamento rispetto alla partita di Reggio Emilia. Fonseca si gioca tanto, ma Fonseca, se non vede il giusto atteggiamento, deve farsi sentire: deve urlare. Fonseca è il nostro condottiero. I giocatori sono i nostri centurioni. Io credo in Fonseca. Io credo nella qualità e nell’intelligenza dei nostri giocatori. Dietro c’è tutto il popolo romanista, che avrebbe raggiunto con tutti i mezzi Amsterdam per questa partita, che urlerà, tiferà e soffrirà da casa di più. Conquisteremo la qualificazione a casa loro e Ce lo meriteremo. Daje Roma!

Giordano Sepi

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