L’avversario di mercoledì: la Triestina.

Trieste. L’ultimo spigolo d’Italia prima della Slovenia è una città tormentata dalle guerre di confine, crocevia commerciale e culturale di popoli diversi. Drammatica, bella e ricca. In Piazza dell’Unità, la piazza principale, a destra c’è la sede storica delle Assicurazioni Generali (la più grande società di assicurazioni di Europa) e davanti al mare c’è un’altissima alabarda, simbolo della città, spesso combattente e sofferente per via delle guerre.

Andando verso est si incontra lo stadio. Moderno e bellissimo. Il Nereo Rocco. Prende il nome dal personaggio più importante a livello sportivo della città. Nereo Rocco è stato un calciatore ma soprattutto un allenatore vincente. Iniziò con la Triestina, ma i veri successi li ha conquistati col Milan. E’ l’allenatore più vincente della storia del grande Milan, vincendo 3 Coppa Italia, 2 Scudetti, 2 Coppa delle Coppe, 2 Coppa Campioni e 1 Coppa Intercontinentale. Tra gli altri, fu il grande Maestro di Gianni Rivera, mitico campione italiano. Nereo Rocco è il leggendario inventore del catenaccio (fase difensiva e contropiede) e probabilmente è importante che quest’anno anche noi romanisti lavoriamo con efficacia sulla fase difensiva.

Nereo Rocco, l'inventore del catenaccio che diventò Paròn d'Europa - La  Gazzetta dello Sport
Nereo Rocco e Gianni Rivera

Le Risiere di San Sabba. Proseguendo verso est si incontrano le Risiere di San Sabba. Dove prima veniva prodotto il riso, i nazisti ci costruirono un campo di concentramento dove venivano imprigionati e uccisi prigionieri politici ed ebrei. Si può considerare un campo di concentramento italiano perché Trieste faceva parte formalmente della Repubblica di Salò anche se poi l’amministrazione (in quanto zona di guerra) era tedesca. Sta a simbolizzare quanto carogne erano Mussolini ed i fascisti, forti con i deboli (prigionieri politici ed ebrei) e debole con i forti (la Germania nazista). Un momento di riflessione per un italiano in quelle stanze sofferenti e disgraziate fa sempre bene.

Se Nereo Rocco ci ricorda l’importanza della fase difensiva, ricordiamo anche un altro grande della storia del Milan (e della Roma) come Nils Liedholm, che ricordava che “Finchè noi abbiamo la palla, gli altri non possono segnare”. Oltre a lavorare sulla fase difensiva (anche permettendo volontariamente alla Triestina di attaccare), è importante lavorare sul possesso palla.

Qui si fermano i miei consigli data la mia assoluta fiducia in Mourinho. Non è una partita da sottovalutare, ma possiamo vincere anche facilmente. Molto dipende dalla buona volontà dei nostri che godono anch’essi della mia piena fiducia. Forza ragazzi! Forza Roma! Andiamo a vincere di goleada. Daje Roma!

Giordano Sepi

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