Trabzonspor.
Il risultato dell’andata (1-2 per noi in Turchia) ci permetterebbe anche di pareggiare per passare il turno, ma non DOBBIAMO assolutamente giocare per il pareggio perché una situazione di pareggio non sarebbe sicura contro una squadra valida come il Trabzonspor, perché all’Olimpico, con l’aiuto del pubblico, per le nostre qualità possiamo vincere e perché per tradizione la Roma non deve andare alla ricerca del risultato-limite (basta ricordare che questo fu il piano battaglia di Spalletti nei playoffs di Champions League del 17-18 contro il Porto, quando fummo eliminati).
A livello tattico, il prepartita dell’andata va abbastanza bene, però ci sono alcune osservazioni che voglio fare.
La loro tattica con l’ala destra (Gervy) che torna indietro e Bakasetas che si inserisce in attacco. E’ un movimento che ho visto durante l’andata che si sviluppa soprattutto sulla loro destra, ma non posso escludere a priori che non ci possa essere lo stesso movimento sul loro lato sinistro con Nwakaeme e Hamsik.
I corner dalla loro destra possono essere battuti da Hamsik che crossa a centro-area per sfruttare il colpo di testa di Cornelius, se dovesse giocare.
Ultimamente stanno giocando con Koybasi a sinistra più difensivo e Bruno Peres a destra che ha una buona intesa con Cornelius: il brasiliano fa cross precisi e il danese è forte di testa. Attenzione.
Abdullah Avci schiera di solito il 433 con Nwakaeme a sinistra e Gervy a destra, ma può diventare 442, specialmente in fase difensiva con Bakasetas ala destra e Gervinho punta centrale insieme a Cornelius (o Djaniny).
La Turchia e Erdogan si stanno muovendo come mediatori per la situazione in Afghanistan. Non si possono cancellare venti anni di storia, di evoluzione e di progresso per motivi religiosi, peraltro falsi. L’Islam non deve essere oscurantista. L’Islam non deve cancellare il progresso dell’Afghanistan di questi anni. Ed è una bugia dire che l’Islam dice questo. La Turchia sta facendo molto ma c’è bisogno della mediazione della stessa Europa attraverso le organizzazioni presenti in Afghanistan che i talebani riconoscono come un bene. I diritti umani, faticosamente conquistati dall’Afghanistan, non possono essere cancellati con una gomma. Sono scritti nel sangue, nelle anime degli afghani e penso che i talebani siano abbastanza intelligenti da riconoscerlo. Riconoscere i diritti umani e del lavoro non è una debolezza, anzi un regime autoritario potrebbe essere rovesciato dalle proteste che ci sono in queste ore. Alle donne deve essere permesso di lavorare in ogni ambito, compresi i media. D’altronde nel Corano non c’è scritto nulla contro il lavoro nei media delle donne e in generale contro il lavoro delle donne.
E’ assolutamente vietato pensare che sia una partita di riposo. Dobbiamo mettere in campo il massimo della nostra grinta e della nostra concentrazione. All’Olimpico. A casa nostra. Comandiamo noi. Daje Roma!
Giordano Sepi