Roma-Venezia 1-1 e Torino.
Una partita stregata. Una partita maledetta. 46 tiri in porta di cui 18 ribattuti dai difensori e 15 parati da Maenpaa (migliore in campo nella sua migliore partita della vita ) e stava per parare anche il tiro di Shomurodov, finito in gol. Loro segnano subito con Okereke. Subiscono il cartellino rosso giustissimo di Kiyine. Poi difendono in 10 con le solite perdite di tempo molto italiane. La Roma ha attaccato. E’ stata troppo imprecisa. Meritavamo di più.
L’unico aspetto che mi sento di sottolineare è che quando pressiamo alti, recuperiamo più palle di quando ci mettiamo in 10 sotto la palla. Sicuramente il pressing alto non deve essere un dogma, come non deve esserlo la costruzione dal basso. Va dosato nei momenti giusti e i pressatori devono essere pronti anche a ripiegare.
Non ci dovevamo ridurre a rendere decisiva la partita col Torino. Questa è una conseguenza delle insufficienti performance delle ultime partite. Non solo della partita di sabato. Andiamo a Torino con un solo risultato per arrivare a l’Europa League o alla Conference League prima di questa maledetta, benedetta finale, che col senno di poi è stato un grave handicap per preparare le partite in Serie A (un handicap meraviglioso).
Sarà una partita che comunque possiamo vincere perché la Roma gioca fottutamente bene ed è stata fottutamente sfortunata (forse per troppa frenesia), ma in generale la Roma è in buona forma anche con le cosiddette riserve come Perez, Spinazzola e Veretout.
Venezia e Torino furono le più forti avversarie della Roma per lo scudetto del 1941-42. Il primo scudetto della Roma. Purtroppo, più passava il tempo da quella vittoria, più è divampata la polemica, in parte per smemoratezza dovuto al passare del tempo (il cosiddetto revisionismo storico), principalmente per andare contro la Roma. La realtà è molto più semplice delle costruzioni propagandistiche dei rivali.
Nessun calciatore delle prime 6 classificate venne chiamato al fronte e, se qualche giocatore non ha giocato in quelle squadre durante quell’anno, era per il mercato. Mercato che era favorito dal Servizio Militare. Anche Piola giocava alla Lazio perché faceva il militare a Roma. Quindi le polemiche sono pretestuose, alimentate soprattutto dal Nord a cui non piaceva uno scudetto al Sud dopo 11 anni dall’inizio del girone unico e con il secondo scudetto vinto da una squadra del Sud solo nel 1969-70 dal Cagliari. Tutti gli scudetti della Roma sono puliti (a differenza di altre bacheche), di questo dobbiamo essere orgogliosi e consapevoli. Per approfondire c’è questo link.
Juric mette in campo il 3421 che si muove principalmente a uomo, con pressing alto e veloci ripartenze (a la Gasp per spiegarci). Attaccano principalmente sulla loro destra con Ola Aina o Singo o sulla sinistra con il rombo Rodriguez-Pobega-Vojvoda-Brekalo.
Belotti sembra isolato, ma è la sua forza. Il Chinaglia dei nostri tempi (per il modo di giocare molto ingobbito) difende la palla e poi o tenta la soluzione personale o fa la sponda per Brekalo o Lukic.
Sono molto bravi nei corner in particolare quando li batte Rodriguez dalla loro destra, nostra sinistro. Lo svizzero è sinistro e fa scendere il pallone o a centro-area o sul secondo palo, dove sono molto pericolosi con Belotti, Pellegri e Bremer.
Sui corner nostri difendono a uomo.
Il Toro è forte specialmente nella fase difensiva, ma senza arretrare troppo indietro, anzi vanno a pressare con Singo (il loro esterno destro) sul nostro esterno sinistro in fase di costruzione.
A mio avviso, la partita col Venezia ha mostrato una buona Roma e, dovremo affrontare il Toro, con lo stesso impegno, nonostante i granata sono un’ottima squadra e in grande forma. Questa consapevolezza sarà importante a Torino e dovremo portarla a Tirana. Daje Roma!
Giordano Sepi