Essere giovani in eterno. Gianluca Vialli. Milan-Roma 2-2 e Genoa.

Nonostante abbiamo recuperato da 2-0 (gol di Kalulu e Pobega) a 2-2 (gol di Ibanez e Abraham), paradossalmente la sensazione è di rimpianto per una partita giocata fino al 2-0 del Milan in modo sterile, timido, sostanzialmente troppo in difesa (Ma poi in difesa di che?).

Ringrazio Tommaso di Legio Narnia per la foto.

Il nostro limite è stato crederci poco. Credere poco soprattutto in noi stessi. Noi valiamo. Possiamo giocare anche con la difesa mediamente più alta. Possiamo difendere col possesso-palla. Tenendo il possesso nella loro metà campo. Questo è un limite di tanti nostri tifosi, anche tanto giovani purtroppo. Questo è stato un limite della nostra squadra in questa partita. Non credere in se stessi. Non avere ambizioni. E’ un segno di vecchiaia.

Invece essere giovani, al di là dell’età, proprio come mentalità, significa crederci, sognare, ambire e alla fine trasformare i sogni in realtà. Questa è la sensazione che mi hanno dato i nostri negli ultimi, folli minuti. Questa è la sensazione che mi ha sempre dato Gianluca Vialli. Questa partita può essere la scossa per trasformare una stagione e una carriera come tante altre in una stagione e una carriera vincente.

Mancini non è stato ammonito come erroneamente sembrava in partita e potrà giocare contro la Fiorentina all’Olimpico.

I valori della bella stagione. A Genova, la stagione 90-91 ha segnato la vita di molte persone. Principalmente per la vittoria dello scudetto da parte della Samp, ma anche per l’Europa conquistata dal Genoa. Personaggio simbolo di quell’anno è stato Gianluca Vialli, scomparso recentemente per il solito maledetto tumore al pancreas che ha portato via anche mio padre. Quella Samp aveva vinto 3 Coppa Italia (84-85, 87-88, 88-89), una Coppa Coppe (89-90) e la prima Supercoppa Italiana, dopo che noi gli negammo il double, vincendo la Coppa Italia. Ma quella Samp era un simbolo per tutti gli italiani. La capacità di portare in alto l’Italia in Europa. La freschezza della gioventù, non in senso di età, ma in senso di mentalità. Lo spirito di gruppo, segnato dai gemelli del gol della Samp (Mancini-Vialli), ma anche da tanti giocatori che subivano il carisma di quella Samp, di quel Gianluca Vialli.

Gianluca Vialli è poi passato alla Juve, portando la Juve in cima all’Europa e al mondo con la vittoria della Coppa Campioni e della Coppa Intercontinentale. Con il Chelsea, è stato l’ultimo giocatore-allenatore di una grande squadra, una figura un po’ antica in un mondo in cui gli allenatori devono studiare ogni dettaglio del campo. E’ stato il primo a conquistare una coppa europea come giocatore e poi come allenatore, quando conquistò la Supercoppa Europea con il Chelsea. La sua caratteristica migliore è la sua mentalità giovane. Dovremo seguire le sue orme come Roma e come mondo se vogliamo avere successi e promuovere libertà, diritti e pace nel mondo.

Essere giovani significa sostenere i giovani iraniani per la loro lotta per i diritti, difendere democrazia e libertà in Ucraina e in tutti i luoghi in cui è in pericolo. Significa sperare quello che non osano sperare gli scettici vecchi. Trasformare l’impossibile in possibile e infine in dato di fatto. Come ha fatto la Roma ieri. Come spero faranno iraniani, curdi, palestinesi e ucraini.

Anche il Genoa è simbolo di gioventù in eterno. Il Genoa ha una storia molto antica. E’ stato il club dominante in Italia nei primi anni del campionato e fa ridere la richiesta della Lazio dello scudetto del 1914-15, approfittando della nebbia del tempo e della smemoratezza degli italiani, che all’epoca sapevano benissimo della differenza tra squadre del Nord e squadre del Sud. Infatti la Lazio andò in finale anche nei due anni precedenti contro Pro Vercelli e Casale e prese una caterva di gol. Senza contare che la Lazio prima di giocare la finale col Genoa doveva comunque battere anche la vincente di Internazionale Napoli e Naples. L’unica motivazione per richiedere quello scudetto è la (loro) sicurezza (sotto molto aspetti molto deprimente) di non potere ambire ad una vittoria prossima.

Gilardino ha le potenzialità per diventare un grande allenatore. Il suo 433 si trasforma in fase difensiva in 4321 e in fase offensiva in 4213 con Fendrup trequartista aggiunto. Il mediano è Strootman, ma se l’olandese è pressato, costruisce Jagiello. Hanno una punta centrale di grande valore come Coda su cui dovremo stare attenti e un grande trequartista, schierato di solito come ala destra, come Aramu.

Daje Roma!

Giordano Sepi

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