Cagliari-Roma 1-4. Islamico, fratello mio. Ebreo, fratello mio.

La prima partita di Serie A col nuovo sponsor è un’occasione per parlare del sogno di Bin Salman di egemonia culturale, di maggiori diritti in Arabia Saudita e per promuovere il dialogo e la pace tra Israele e Palestina e in generale tra Islam ed Ebraismo.

La vittoria con il Cagliari è decisiva per ricominciare a vedere la classifica. La Roma ha sbloccato la partita con un ottimo assist di Spina per una bella girata di Houssem Aouar (E a proposito dell’islamico franco-algerino in questo articolo parleremo a lungo di Islam), ha subito raddoppiato con Lukaku su grandissimo assist di Karsdorp. Poi, nel secondo tempo, ha trovato lo 0-3 con Belotti dopo lancio del bravissimo Paredes e dribbling del Gallo. E’ arrivato lo 0-4 di Lukaku dopo altro grande assist di Leandro e infine è arrivato il gol della bandiera del Cagliari con il rigore di Nathan Nandez che, secondo me, non dovrebbe fare l’esterno, ma il trequartista alla Perrotta dietro le punte. Nathan Nandez mi piace tantissimo.

La questione sponsor. Nel nostro blog, ci occupiamo non solo della Roma, ma anche di diritti umani. Viene così naturale parlare di diritti, adesso che la Roma ha chiuso l’importante accordo con Riyadh Season come sponsor principale. Intanto cos’è il Riyadh Season?

E’ un festival di intrattenimento che si svolgerà nella Capitale araba nell’autunno 2024. La Roma parteciperà anche a due amichevoli nell’ambito di questa festa. Questo festival fa parte di un disegno mastodontico di Bin Salman, il monarca saudita, di cui fa parte l’acquisto del Newcastle, il grande rafforzamento di tanti club calcistici arabi, la candidatura all’EXPO. Quale è la motivazione dietro questo grande disegno?

Nel XXIesimo secolo non si domina più il mondo militarmente, ma culturalmente, ed è proprio questo il disegno di Bin Salman: comandare il mondo non lanciando missili e uccidendo persone, ma attraverso il calcio, lo spettacolo, l’arte. Nel disegno di Bin Salman, l’Arabia Saudita dovrebbe sostituire l’Occidente nell’egemonia culturale del mondo.

Quello su cui vorrei ragionassero i potenti dell’Arabia Saudita, compreso Bin Salman, è che una monarchia assoluta, una teocrazia in cui esiste la condanna a morte per motivi politici e morali non può egemonizzare culturalmente l’Occidente. Dovrebbero imparare dai tifosi del Newcastle che idolatrano Bin Salman allo stadio e poi a casa rispettano le libertà della moglie. Senza questo salto sui diritti morali, politici, culturali, in particolare delle donne dell’Arabia Saudita, è impossibile che gli arabi possano dominare culturalmente il mondo.

Le donne in Arabia Saudita hanno iniziato a guidare nel 2018Il 4 giugno 2018, l’Arabia Saudita ha emesso per la prima volta patenti di guida di cui erano titolari donne saudite1Il divieto di guida per le donne è stato ufficialmente abolito il 24 giugno 20182.

Abbiamo detto che l’Arabia Saudita è una teocrazia. E’ paragonabile al Vaticano per quello che rappresenta per gli islamici di tutto il mondo. E’ così difficile fare riforme in un paese che viene visto come un punto di fermo di principi universali per un miliardo e mezzo di persone.

Ma poi la Storia insegna ciò che era il califfato in Spagna, unica zona d’Europa in cui gli ebrei erano veramente liberi. Il Califfato in Spagna si trasformò in uno dei precursori dello stato liberale e questo era dovuto dalla libera, naturale, doverosa commistione di culture.

L’internazionalizzazione dell’Arabia Saudita non può non passare per l’internazionalizzazione dei diritti in Arabia Saudita.

Davanti a questi contenuti, è proprio una polemica terra-terra quella dell’ex-sindaco Virginia Raggi che si è lamentata perché la Roma abbia uno sponsor arabo non per un problema di diritti in Arabia, ma per la candidatura all’EXPO di Riyadh concorrente della città di Roma. Mi permetto solo di ricordare che la Roma rappresenta Roma attraverso i colori, il nome e il simbolo. Mi scuso con i miei lettori per aver risposto alla bassezza dell’ex-sindaca.

Parlare dell’Arabia e del Califfato in Spagna ci aiuta a collegarci alla guerra israelo-palestinese di questi giorni. Dopo il massacro indiscriminato di Hamas, compresi ragazzi che pacificamente partecipavano ad un rave, Israele ha bombardato Gaza, l’ha cinta d’assedio, togliendogli cibo, elettricità e acqua e si prepara all’attacco via terra. Nel frattempo anche a nord si registrano scontri tra Israele ed Hezbollah.

Foto de La Repubblica di Palazzo Chigi, sede del Governo.

A questo proposito, data la vicinanza degli Hezbollah con l’Iran, è una buona notizia il fatto che l’Iran abbia escluso la partecipazione all’attacco. Nemmeno la grande Iran potrebbe nulla contro l’esercito israeliano, il che poteva forse significare capovolgimenti di potere in Iran con maggiore liberalità per il popolo iraniano, secondo il vecchio adagio “non tutto il male viene per nuocere”.

Ma stiamo parlando di fantasie, l’Iran ha smentito Hamas che dichiarava che l’Iran era responsabile quanto lei. L’Iran non vuole partecipare alla crisi. Ciò è una buona notizia. Rimane il fatto che sono dalla parte dei giovani iraniani che chiedono maggiore libertà e spero che in un futuro ci riescano.

Foto di contropiano.org, manifestazione a favore della Palestina e della Pace.

Fratello mio islamico. Fratello mio ebreo. Per favore, parlate di pace. Mettete in atto tutti gli strumenti per la pace. In particolare mi rivolgo ai più potenti. Ai governanti di Arabia Saudita, Turchia, Iran, Qatar, Egitto, USA e Russia per mediare per la pace.

Il Corano, il Libro Sacro dell’Islam, ha molti richiami della Bibbia. Forse un giorno Maometto verrà riconosciuto dai più grandi rabbini come un Profeta dell’Ebraismo. Perché Allah e Jahve sono semplicemente modi diversi di chiamare Dio e nessuno discute che Maometto, per quanto in contatto con Dio, era un essere umano. E allo stesso tempo, Nel Corano, Gesù Cristo (chiamato ‘Isa in arabo) è ricordato per la sua nascita miracolosa, i suoi insegnamenti, i miracoli che compì per concessione di Dio e la sua vita come rispettato profeta di Dio1

Roma ha vinto, ma poi non possiamo non vedere le macerie di Gaza, i giovani israeliani ostaggi, la mancanza di diritti in Arabia e la volontà di potenza di Bin Salman. Eppure la vittoria della Roma è sempre un buon segno e questo blog continua instancabile a promuovere pace, cultura e diritti in tutto il mondo, come avrebbe continuato a fare mio padre, Mario Sepi, che morì proprio 13 anni fa. Daje Roma!

Giordano Sepi

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