Una storia che non è stata scritta. La guerra e il Monza.

Nella Primavera del 2014, dopo la rivoluzione ucraina, Putin era molto arrabbiato. Stava pensando seriamente di invadere l’Ucraina e non sapremo mai dove si sarebbe fermata la sua furia, perché all’epoca l’Europa occidentale era impreparata.

Allora si costituì un formato di PACE. Il formato Normandia con Merkel per la Germania e Macron per la Francia. Si arrivò al protocollo di Minsk. I russi si sarebbero ritirati dal Donbass, in cambio al Donbass sarebbe stata garantita una grande autonomia.

Quegli accordi non furono rispettati da nessuno e siamo alla situazione di oggi con guerra aperta tra Ucraina e Russia nel Donbass, dopo un tentativo dei russi di entrare a Kiev. Al momento, i russi stanno avendo la meglio. Ma l’appoggio dell’Europa all’Ucraina è necessario, perché veramente non sappiamo dove si sarebbe potuto fermare Putin dopo aver conquistato l’Ucraina.

Nella prima fase, la Russia ha tentato di invadere l’intera Ucraina.

E’ una storia che non è mai accaduta. Che non è mai stata scritta perché i valorosi ucraini hanno fermato i russi e perché i russi hanno fatto diversi errori di strategia bellica. Putin poteva ragionare sul fatto che, essendo l’Ucraina ormai una democrazia compiuta, nulla vietava all’Ucraina di darsi in un futuro un presidente filorusso, senza bisogno di tanto spargimento di sangue. Anche questa è una storia che non è stata mai scritta. Purtroppo gli stati autoritari (se per la Russia si può parlare ancora di autoritarismo e non di vero e proprio totalitarismo) temono il contagio di paesi vicini democratici.

Ci sono storie brutte che non sono mai accadute. E storie belle che gli uomini non hanno avuto il coraggio di scrivere. Perché poi sono gli uomini che fanno la storia. Come canta De Gregori. Spesso sono politici spregiudicati che passano sopra alla volontà dei soldati, alla riflessione dei generali. Anche l’invasione dell’esercito israeliano di Gaza è un esempio di questo. Nessun generale. Nessun stratega bellico può suggerirlo (i soldati e i carri armati sono così preda facile di cecchini, di droni, di razzi, anche di semplici bazooka). Sarebbe una carneficina specialmente di soldati israeliani. Ma magari questa è una storia che noi scriviamo, ma che non accadrà.

Sarebbe importante tornare tutti a parlare di pace. Giuliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto, ebrea, attuale senatrice a vita, GRANDE persona, ha ricordato che la parola mitezza non si usa più. Forse questo mondo così maleducato, ignorante e volgare avrebbe bisogno di vocaboli nuovi. Come gentilezza, mitezza, armonia, concordia, fiducia e pace.

Berlusconi ha tentato per molto tempo di mediare con Putin senza successo. Quando acquistò il Monza, poteva cambiare nomi, colori e simbolo del Monza, come ha fatto la Red Bull a Salisburgo e poi a Lipsia, e, invece, per amore della tradizione del calcio e rispetto verso i tifosi, mantenne tutto come prima. Anche Berlusconi poteva scrivere un’altra storia. Questa volta più brutta. Ma non lo fece.

Palladino è un buon allenatore che plasma il Monza con il 3421. Hanno voglia di giocare la palla anche da dietro, dove sono bravi ma un po’ subiscono. Hanno diversi giocatori con buona qualità nel possesso palla, non solo in fase offensiva come Pessina, Ciurria, Colpani e Vignato (o Dany Mota Carvalho), ma anche in difesa con Pablo Mari.

Costruiscono col 3421,, sviluppando il gioco o su Pessina (mancino), che è il playmaker, o sulla destra Izzo (o Caldirola, o D’Ambrosio) per Ciurria, che è bravo anche col sinistro.

Attaccano specialmente dalla loro destra, nostra sinistra con Ciurria e Colpani. Quest’ultimo è bravo ad andare verso il centro per cercare la botta di sinistro. E’ preferibile coprire il mancino e lasciargli il destro. Qui il Monza in bianco contro il Sassuolo.

Mentre Ciurria cerca soprattutto il cross.

Non escludiamo a priori che possano attaccare anche dalla loro sinistra per equilibrare il piano di gioco, persino sostituendo il solito Kyriakopoulos sulla sinistra con Ciurria e mettendo Pedro Pereira a destra. In particolare, sulla loro sinistra, nostra destra, Vignato è molto pericoloso.

In fase difensiva si possono mettere col 532 con gli esterni sulla linea di difesa e Colpani sulla linea dei centrocampisti. Qui Monza all’Olimpico in nero contro la Lazio, dove si vedono i due davanti e i 3 a centrocampo.

In questo caso se gli esterni vanno in marcatura sulle punte avversarie, i centrali difensivi esterni vanno sul portatote di palla che, in questo caso, è spesso la mezzala.

Difendono a uomo sui corner.

Mi sembra doveroso parlare anche del caso-scommesse, visto che ci sono indagini giudiziarie in corso. Il principale accusatore sui social è Corona, famoso per essere un pregiudicato, per essere un’amante della vita oltre il limite della legalità e per aver ricattato tempo fa calciatori importanti, come Trezeguet e il nostro Francesco Totti.

Quindi si potrebbe dire che l’accusatore è inattendibile e forse non degno di fiducia, però il dubbio ce l’ha messo. Se fosse vero che giocatori della Roma si sarebbero indebitati pesantemente, è plausibile pensare che questi allibratori poco chiari possano aver chiesto di modificare i risultati di alcune partite e, a questo proposito, la Roma ha perso partite strane, come con la Cremonese, e commesso errori madornali, come con la Lazio, senza voler scomodare altre squadre, tipo la Juve, con il famoso retropassaggio di Gatti col Sassuolo, difensore su cui ci sono state delle voci.

Sono domande che mi deprimono. Rimangono supposizioni fondate sul nulla, anche se frutto di ragionamento su come vanno le cose nel mondo. L’impressione è che il mos maiorum sia dell’idea di minimizzare. Noi ci atteniamo alla giustizia sportiva e ordinaria. C’è comunque il tarlo che al prossimo errore il pensiero non sia sullo sbaglio innocente, ma sulla malizia e ciò come tifoso mi fa male.

Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro perché il male ed il potere hanno un aspetto così tetro? Chiederebbe Guccini. Noi come tifosi non abbiamo altra strada che continuare a supportare i giocatori. Senza nessuna esitazione. Adesso: Monza. Con la solita forza dell’Olimpico di sempre. Daje Roma!

Giordano Sepi

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