Roma-Sheriff 3-0. Bologna. Ucraina. Netanyahu. C’è un tempo per attaccare e c’è un tempo per difendere.

No, no, Daniel San, metti la cera, togli la cera. Come insegna Karate Kid, la lotta marziale non è attaccare furiosamente, ma spesso saper difendere e contrattaccare. Poi nel calcio ci sono partite in cui la tua qualità è talmente superiore, che anche se il tuo atteggiamento solitamente è la fase difensiva, puoi dominare la partita come con lo Sheriff. Poi ci sono altre partite come la trasferta al Dall’Ara dove è fondamentale una buona fase difensiva C’è un tempo per la guerra e c’è un tempo per la pace. Adesso, per l’Ucraina e la Palestina, è arrivato il tempo della pace.

Come ho già scritto, la Roma domina lo Sheriff e vince meritatamente 3-0. I gol sono di Lukaku su ottimo assist di Zalewski, di Belotti sempre propiziato dal nostro polacco di Tivoli e di Pisilli.

Nel secondo tempo, con lo Slavia che già alla fine del primo tempo vince 4-0 contro il Servette, è inutile per la Roma rischiare i titolari. Quindi entrano molti giovani come Mannini, Pagano e Pisilli. Bene Bove da centrale difensivo sinistro. Alla fine, i Romanisti dentro e fuori dal campo tendono a voler il gol di uno di questi giovani. La spinta dello stadio è forte. Pisilli sfiora il gol due volte. Poi anche Pagano. E infine arriva il gol del Primavera. E le lacrime con l’Olimpico giulivo.

Andiamo quindi ai play-off dove affronteremo con il ritorno all’Olimpico una di queste squadre scese dalla Champions:

🇵🇹 Benfica,

🇵🇹 Braga,

🇳🇱 Feyenoord,

🇹🇷 Galatasaray,

🇫🇷 Lens,

🇺🇦 Shakhtar,

🇨🇭 Young Boys.

Il sorteggio sarà lunedì 18 dicembre verso l’ora di pranzo.

C’è un tempo per la pace e un tempo per la guerra. Questo deve averlo pensato anche Netanyahu, in balia di proteste sempre più virulente da parte del suo popolo. Avrà visto l’attentato di Hamas come un enorme regalo. La possibilità di compattare la nazione di Israele con sé come guida contro il male. Ma così non è stato. Anzi in Israele Netanyahu è ancora più odiato. Perché?

Quando parliamo del Mossad, ricordiamoci che stiamo parlando dei servizi segreti migliori del mondo. Non mi convincono le opinioni su un Mossad troppo informatico, non in grado di prevedere un attacco del genere.

Mi convince molto di più la fase politica di Israele caratterizzata dall’attaccamento al potere di Bibi e da un fastidio sempre più generalizzato nei suoi confronti in Israele. Ma allora per il potere Netanyahu sta uccidendo migliaia di persone e ha permesso la morte di circa mille israeliani? Ridicolo? No. Mai sottovalutare il potere come droga, o come afrodisiaco, come diceva Kissinger. Una droga che porta alla pazzia. Al baratro della iùbrìs, della falsa onnipotenza, della follia.

C’è un tempo per la guerra e un tempo per la pace. Ha fatto bene l’Ucraina a difendersi dalla Russia, respingendo l’ex-Armata Rossa dentro il Donetsk, il Luhansk, la provincia di Zaporizhia e di Kerson. Se fosse per me, l’Ucraina avrebbe ancora la sua integrità territoriale. Ma il potere spesso non segue il buon senso. Niente avrebbe vietato all’Ucraina di darsi un leader filorusso, essendo una democrazia compiuta.

Quanto fatto dalla Russia di Putin è follia cieca, bavosa, affamata di sangue. Però adesso, nella situazione di stallo attuale, dobbiamo ragionare di pace. L’Ucraina ne ha bisogno, martoriata, come dice il buon Papa Francesco, da anni di guerra. Ne ha bisogno la politica russa che con questa guerra potrebbe trovarsi una guerra civile al suo interno, come tentato da Prigozhin, cosa che non mi sento ancora definitivamente di escludere.

C’è un tempo per la pace e c’è un tempo per la guerra. C’è un tempo per attaccare come contro lo Sheriff e c’è un tempo per difendere come servirà a Bologna. Ma la pace e la difesa non escludono un atteggiamento attento ed equilibrato. Con la pace, l’Ucraina si deve tutelare da altre follie russe, entrando nella NATO. La Roma dovrà saper difendere, ma non dovrà rinunciare ad attaccare e a essere pericolosa. A provare a portare a casa le brache di Pantalone (celebre maschera bolognese).

Thiago Motta è uno degli allenatori emergenti di quest’anno. Il Bologna gioca benissimo con pressing altissimo e gioco d’attacco. Permettetemi la provocazione: il Bologna di Thiago Motta gioca con due trequartisti, (Fabbian e Ferguson) due seconde punte (Ndoye e Saelemaekers)e un centravanti come Zirkzee: falso come Giuda. Con un controllo di palla che mette in discussione la mia eterosessualità, ottimo col tiro di piatto (molto forte e preciso) e con il filtrante per i trequartisti, ossia Fabbian e Ferguson.

Fabbian parte mezzala, ma poi va a pressare sul playmaker avversario, perché bravissimo nel recupero palla, se la palla va all’altro centrocampista centrale, Ferguson arriva di gran carriera da dietro.

In fase difensiva si possono mettere col 541 con Fabbian che si aggiunge alla linea difensiva per marcare una punta (qui Sanabria)…

….O col 451 che in questa foto sembra quasi un albero di Natale (visto il periodo sarebbe anche indicato) ossia il 4321…

…O col 4141 con le mezzale all’altezza degli attaccanti esterni.

Sono tutti attivissimi nel pressing, Qui, Posch (il rerzino destro) va in marcatura su Lazaro (l’esterno) che lo supera, creando una possibile occasione. E’ qui la chiave: è difficilissimo superare palla a terra il loro pressing molto aggressivo, ma se lo superi così, puoi creare occasioni di probabile gol. Sempre se superi i fortissimi Lucumi e Calafiori, molto maturato dal periodo con la Roma.

In fase di costruzione si mettono col 4123 con Aebischer mediano, ma poi il gioco si sviluppa spesso terzino per attaccante esterno (Qui il Bologna a Lecce in tenuta bianca).

Sui corner difendono ibridi con qualche uomo lasciato volontariamente sempre libero dalla marcatura a uomo.

E’ il tempo di riflettere sul bene e il male. Per scegliere tra bene e male. Quando si riflette, usando al massimo le proprie potenzialità di intelligenza, appare chiaro che la scelta è la pace. Come la mia riflessione, mi ha suggerito la fase difensiva come la più importante contro il Bologna. Ciò non significa però non rimanere vigile. La pace non è passività. Allo stesso modo, la Roma deve saper anche attaccare. Daje Roma!

Giordano Sepi

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