Roma-Milan 3-1(aggregato). Bologna. Non possiamo ancora essere soddisfatti.

Sì, giovedì sera, sì. Per 30 minuti abbiamo dato il 100%. di quello che potevamo dare. Tatticamente e tecnicamente perfetti. Il 2-0 meritato grazie al tap-in di Mancini dopo palo sul tiroaggiro di Lorenzo e poi Lukaku su cui rimbalza Gabbia che tenta il fallo (in Italia avrebbero fischiato fallo a Lukaku) e poi, sul tentativo di rinvio milanista, Dybala, il nostro gioiello più bello, con un altro tiroaggiro.

Poi c’è stata l’espulsione di Celik che per me ci può stare. Il turco entra in modo troppo improvvido e plateale su Leao. Lì la Roma non poteva fare altro che una partita meramente difensiva. Ma ha tenuto bene. Sostenuta dall’Olimpico tutto (o quasi) Romanista che ha sostenuto i nostri beniamini in campo verso l’impresa, dopo una splendida coreografia a mosaico dedicata a quel nostro eroe omerico che è Antonio De Falchi. A lui, mi sento di dedicare la vittoria. Insieme a Mattia Giani, il giovane calciatore, cognato del nostro Gianluca, che ha perso la vita in un campo di calcio per un infarto. A loro e a i loro parenti vanno le mie preghiere.

Dall’altra parte, il Milan è stato molto insufficiente. Musah terzino destro e Calabria playmaker poteva confonderci nelle marcature. Ma non è stato così. Pioli ha sbagliato a non schierare Chukwueze dall’inizio che ci ha messo tanto cuore. Molti quelli che giocavano così. Tanto per. Leao su tutti.

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Bene Llorente che ha spento le velleitarie fiammate di Leao. Bene ElSha, per me migliore in campo, con un lavoro tattico doppio su Theo Hernandez e Leao e bravo a tenere palla insieme al valido Abraham, fondamentale in questo fine stagione. Bene Smalling che ha vinto il confronto con Giroud. Abbiamo giocato bene, ma non possiamo ancora essere soddisfatti. Anche l’obiettivo minimo della zona Champions è ancora tutto da conquistare. A partire dal match dell’Olimpico (che spero sarà ancora grandioso come giovedì) contro il diretto avversario: il Bologna.

72 means nothing. 72 vittorie non significano niente. A fare 72 vittorie furono i Golden State Warriors nella NBA del 15-16. Esattamente 72 vittorie e 10 sconfitte. Tolsero il record ai mitici Chicago Bulls degli anni’90. Ma quando chiesero a Micheal Jordan, il più grande giocatore di basket della storia, eroe di quei Bulls cosa ne pensasse. Lui rispose 72 means nothing. E aveva ragione. Quei Warriors invincibili persero la finale con i Cavs di Lebron James.

Come la Roma di Garcia del record di 10 vittorie di iniziali che abbassò la testa davanti alla Juve di Conte dei 102 punti nel 13-14. Non abbiamo fatto ancora niente. Sarà importante battere il Bologna nella prossima partita. Ma questo aneddoto è valido anche per gli altri. Anche l’invincibile Bayer (nostro avversario nelle semifinali di Europa League) può perdere. Come fu per quei Warriors che fecero 72 vittorie. Come noi quando arrivammo secondi dietro la Juve.

Thiago Motta schiera il 4123 che a seconda delle fasi può diventare 4411 o 4141. L’allenatore era un grande centrocampista. Tanto fosforo. Il Bologna rispecchia le sue caratteristiche. Fa possesso. Ragione. Poi trova il buco, non per forza col centravanti, ma spesso con le ali o le mezzali.

Un giocatore interessante è il centrale difensivo sinistro Calafiori, che è cresciuto nella Roma. Bravissimo in fase difensiva. In fase di costruzione e d’attacco lascia la sua posizione per spingersi in avanti e fare da sponda per eventuali azioni offensive. In generale, facendo così, toglie una marcatura.

Un altro giocatore interessante è la punta centrale, Zirkzee. Qui vediamo come si abbassa molto per rafforzare il dialogo collettivo e per liberara mezzale e ali con assist precisi che stanno sulla stessa sua linea, formando un 415. E’ il prototipo perfetto del falso 9.

Ha un ottimo controllo palla, uno dei migliori assistman al mondo e ha un buon tiro, molto preciso e forte, di piatto. Se proprio dobbiamo scegliere, meglio coprire i possibili assist e lascargli il tiro.

Freuler è il mediano, mentre Fabbian e Aebischer sono le mezzale che per l’attitudine offensiva e nel pressing alto, possono essere definiti trequartisti. Fabbian è bravissimo nel recupero palla. Come vediamo, in fase difensiva diventa un 4411 con Ferguson (che si è infortunato nel frattempo) leggermente dietro a Zirkzee.

Attaccano principalmente sul loro lato destro con Ndoye e Orsolini, soprattutto il secondo è bravo ad andare verso il centro per cercare il tiro di sinistro.

Per quanto è importante una vittoria, in questo momento bisogna essere contenti la sera stessa, poi archiviare. La mattina dopo si riprende il lavoro con il rinforzo di entusiasmo della vittoria, ma concentrati sul prossimo obiettivo. Il Bologna. Daje Roma!

Giordano Sepi

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