Roma-Bayer 0-2. Juve. Quando la rabbia è giusta.

La partita di giovedì è stata una partita sbagliata sotto tanti aspetti. Abbiamo sbagliato tutti. Tranne l’Olimpico che è stato di nuovo encomiabile. Però adesso come reagisci? Ti deprimi? Rischi di buttare al cesso tutto quello che hai costruito fino ad adesso come una ruspa che distrugge una casa quasi finita. Adesso dovremo reagire con rabbia e la rabbia deve essere canalizzata nell’atto agonistico. Contro la Juve e nel ritorno a Leverkusen.

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Avevo ragione quando dicevo che la chiave era la nostra costruzione contro il loro pressing e infatti con il pressing hanno guadagnato la palla dello 0-1 di Wirtz su errore di Karsdorp. Fino ad allora stavamo gestendo bene anche con una traversa del nostro Romelu. Forse noi potevamo stare col baricentro più basso e poi ripartire.

Quando gli altri giocano senza un centravanti vero come giovedì, Smalling non lo deve seguire nei suoi spostamenti. Questo è stato lo schema che più ci ha scombinato.

Dopo il primo gol, la sensazione è che abbiamo mollato mentalmente. Ci siamo fatti prendere dalla depressione. Non abbiamo reagito come dovevamo. E’ stato facile quindi per il Bayer fare possesso e dominare il campo secondo le tattiche intelligenti di Xabi Alonso, che ha vinto la partita anche a livello tattico sul nostro Daniele.

Eppure anche giocando male, la Roma ha avuto almeno un paio di occasioni per il gol facile con Azmoun e Abraham. Il secondo con la squadra caricata dallo stadio che cantava “Roma, Roma, Roma”. Gli unici che non hanno perso sono la Curva Sud e in generale l’Olimpico. Ma questo principalmente dimostra che anche a Leverkusen potremo vincere.

E’ giusto quindi reagire con rabbia a questo momento. A volte la rabbia è giusta. La rabbia del popolo georgiano che chiede di entrare in Europa è giusta. La rabbia del popolo iraniano che vuole la liberazione dei perseguitati politici (come il cantante Toomaj Salehi) è giusta.

La rabbia contro la prepotenza dei potenti è giusta. E’ giusta la rabbia degli universitari e dei professori universitari per la Palestina. E’ giusta la rabbia degli ucraini contro Putin. E’ giusta la rabbia dei romanisti contro i soprusi della Juve che spesso ha vinto le partite tra di noi per errori arbitrali a senso unico.

Poi la rabbia nel calcio non deve diventare protesta esagerata contro l’arbitro, ma deve essere canalizzata nell’atto agonistico come la rabbia dei popoli non deve diventare violenza, ma deve muoversi sempre nel recinto della non-violenza.

Se formalmente sembra che Allegri schiera il 352, poi in realtà diventa 442 con McKennie ala destra e Cambiaso terzino destro. Qui si vede benissimo la linea di centrocampo a 4 con McKennie sul lato destro.

Qui abbiamo la fase difensiva col 442. Spesso si abbassano tanto per fare bene (e la fanno bene) la fase difensiva.

Spesso, in particolare se vogliono difendere il risultato, diventa anche un 532 o 541. In fase offensiva invece diventa 352 o addirittura 334 con Mckennie (o Alcaraz) e Kostic (o Cambiaso) all’altezza di Vlahovic e Chiesa (o Yildiz). In attacco Vlahovic fa il pirolone centrale, bravo in particolare nel gioco a volo. Infatti loro sono molto bravi con i cross, specialmente sui corner, quando possono far salire anche Bremer e Gatti. Un’altra opzione offensiva è Chiesa che gioca principalmente spostato sul lato sinistro dove si accentra per o tirare o crossare di destro. Mentre Yildiz può fare lo stesso dal lato destro.

Canalizzare la rabbia nell’atto agonistico e mettere la rabbia nel limite della non-violenza è un gesto che mostra grande intelligenza, ma è anche spesso vincente nel calcio e nella lotta politica. Daje Roma!

Giordano Sepi

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