Bologna-Roma 1-0 e Inter

Altra partita fortemente influenzata dagli errori arbitrali, conditi dal conflitto d’interessi di Pairetto, il cui fratello è dirigente juventino. Ci sono stati errori così evidenti che non si può pensare alla buona fede, oltretutto in epoca di VAR e questo considerando che il Bologna è stato bravo e opportunista a sfruttare il tiro da lontano di Svanberg che l’ha portato alla vittoria. A futura memoria, ricordo l’episodio su Zaniolo. Fallo da rigore evidente e romanista ammonito per simulazione (e poi multato dalla Federazione): così è una presa per culo.

E’ la quarta partita che gli errori arbitrali influenzano la nostra sconfitta e a questo punto bisogna reagire in qualche modo. O iniziamo a fare le telefonate anche noi (ma l’addetto all’arbitro nostro a che serve?) e dichiarazioni con dirigenti dopo la partita come fanno per molto meno altre squadre o finiamo la stagione come possiamo e poi chiediamo l’iscrizione alla Bundesliga o alla Ligue 1 o alla Liga, vendendo tutti e giocando con molti Primavera, partendo probabilmente dai dilettanti. Continuare a farsi prendere per culo così non è dignitoso.

Questa sarebbe una decisione dettata dall’esasperazione, però anche i vertici della FIGC devono ragionare. La Serie A era il campionato più bello del mondo, ma adesso continua a perdere posizioni. Anche considerando i soldi, l’Italia perde posizioni anche sugli importanti introiti dei diritti tv. Qualcosa bisogna pur fare e la direzione presa dalla Serie A porta al precipizio. Anche la soluzione capestro delle plusvalenze fittizie (per cui è indagata la Juve e probabilmente anche altre squadre) è una dimostrazione che il sistema così non funziona. Dobbiamo imparare dalla Premier in cui tutti sono allo stesso livello per il comportamento arbitrale, specialmente in riferimento alla qualità di Zaniolo che in questo modo è completamente chiusa da falli duri spesso nemmeno sanzionati.

Bisogna ricordare che comunque nelle ultime 3 partite la Roma ha recuperato 3 punti al Milan e 2 al Napoli.

Il prepartita del Sassuolo dell’anno scorso e quello di quest’anno mi hanno dato modo di parlare dell’Emilia Romagna. Questa regione con i simboli comunisti, ma con la morfologia (paesaggi montani stupendi e spiagge) e l’aspetto socio-culturale (la vita notturna, le start-up innovative, la passione per le moto e l’eccellente welfare) simile alla California del Nord (la regione di Silicon Valley, di Apple. di Los Angeles, di San Francisco, delle Harley, degli hippie e della musica rock che ha cambiato il mondo). In questo quadro è facile fare riferimento a Ligabue. Il cantante dalle idee progressiste, che unisce nelle sue canzoni l’ideologia dell’URSS e lo stile di vita degli USA nella valle del Po. Con le canzoni come Lambrusco e Pop-corn e Un figlio di nome Elvis.

Luciano Ligabue

Luciano Ligabue unisce l’Emilia Romagna e quindi Bologna con l’Inter, la sua squadra del cuore, che ne “La neve se ne frega” è, come nel 1998, sconfitta grazie ad errori arbitrali dalla Juventus del futuro. Luciano è innamorato di Milano. Della vita notturna, Della capacità di essere una città facile e difficile allo stesso tempo da vivere. In particolare, è innamorato dell’Inter. E i riferimenti sono tanti. In “Hai un momento, Dio?” chiede chi prende l’Inter, in “A che ora è la fine del mondo” Ferri fa il record degli autogol, fino ad “Una vita da mediano”, dedicata ad una bandiera dell’Inter come Oriali.

Il suo raduno più famoso è “Campo Volo” in Emilia. Ma è contento che spesso gli altoparlanti di San Siro mettino “Urlando contro il cielo”. A San Siro è legato e anche quando cantò allo Stadio Olimpico nell’estate del 2002, con un po’ di veleno ha sottolineato il 5 maggio. Come suo fan e tifoso su un’altra barricata, ho compreso la sua rabbia. La sua passione per l’Inter sarà anche infantile, ma pura, sincera, genuina e sana, come la mia per la Roma.

Simone Inzaghi schiera il 352 che in fase difensiva diventa 532. Squadra che vuole dominare con pressing e costruzione eccellenti.

Calhanoglu è il centrocampista centrale più offensivo con un tiro di destro rasoterra anche da distanza molto buono. Torna anche dietro per aiutare la costruzione di Brozovic (molto bravo nella costruzione anche contro il pressing) e dei difensori. Barella fa ottimamente il recupero-palla. Barella è bravo anche nel pressing ed è il centrocampista col compito di marcatura sul playmaker.

Barella va a pressare il playmaker, probabilmente Cristante.

E’ un centrocampista con molta qualità, specialmente per l’assist e il cross, quando si sovrappone all’ala, ma può chiedere anche il dai e vai con l’inserimento in attacco.

Barella va sul lato destro loro, nostro sinistro, poi crossa sul secondo palo per Dzeko.

Sui calci d’angolo dalla loro destra, nostra sinistra crossano o con Di Marco o con Calhanoglu sul secondo palo. Attenzione a Skriniar, forte di testa, sui calci piazzati.

Attaccano in particolare dalla loro sinistra, nostra destra, con Perisic. Ivan è abile con entrambi i piedi ed è bravissimo principalmente in fase offensiva. Torna anche in fase difensiva, ma quando non riesce, viene coperto da Bastoni sul suo lato. In attacco, Dzeko è molto bravo nella costruzione e nel gioco d’attacco a distribuire gioco. Sui cross, in particolare dalla loro sinistra, nostra destra, spesso aspetta il pallone sul palo lontano.

Perisic crossa per Dzeko. Il bosniaco si apposta principalmente sul secondo palo.
Contro il pressing, spesso Dzeko torna indietro per dare una mano, aprendo il gioco sui lati e creando situazioni di contropiede.

E’ una partita molto difficile. L’Inter è una nobile tornata ai fasti ed è molto in forma. Ma se l’arbitro è imparziale, possiamo giocare bene le nostre carte, che sono buone. E se l’arbitro non è imparziale? Proveremo a vincere lo stesso. Malgrado tutto. Daje Roma!

Giordano Sepi

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