Feyenoord e i Paesi Bassi. Molto da imparare.

Quando affrontammo la prima volta il Glimt (e chi se lo scorda?) parlai del protestantesimo declinato secondo il socialismo, poi quando affrontammo in finale il Feyenoord, accennai al protestantesimo declinato in senso liberale. Oggi approfondiamo l’argomento a paragone della politica italiana..

Forse può bastare questo link, in parole semplici, i Paesi Bassi (termine più corretto dell’Olanda che è solo una regione, in pratica è come quando si confonde la Gran Bretagna con l’Inghilterra) è molto più simile come cultura al mondo anglosassone che al mondo scandinavo. E’ la cultura del self made man o, se preferite il latino, dell’homo faber fortunae suae (l’individuo fa da solo la sua fortuna).

Loro sono dei liberali culturali. Noi siamo dei socialisti-affettivi culturali. Loro lasciano casa a 18 anni. Noi fino a tarda età stiamo a casa con mamma e papà, ma anche se dobbiamo partire, almeno una telefonata al giorno a casa la facciamo.

Come ragionano per l’individuo, ragionano per gli Stati. I Paesi Bassi sono i più radicali esponenti dei cosiddetti paesi frugali nell’UE. A differenza della Gran Bretagna, loro credono nell’UE, ma pensano che la soluzione per l’evoluzione dell’Italia sia occuparsi da sola dei suoi problemi come debito pubblico e mancanza di infrastrutture.

E’ per questo che quando l’Unione Europea ha deciso di stanziare tanti miliardi per l’Italia con il Next Generation EU che po è diventato in Italia il PNRR, gli italiani hanno vinto una battaglia importante sui nederlandesi (non uso la parola olandesi per il motivo di prima).

Eppure questi nostri amici-nemici non hanno tutti i torti, se poi la stessa Lega propone questa politica per il Sud dell’Italia. Ci si aspetta quindi che questo governo sia in grado di rappresentare quella destra liberale che viene rappresentata nei Paesi Bassi da Rutte e invece siamo disposti a rinunciare ad alcuni miliardi per incapacità nello spenderli (come se un omicida volesse passare per incapace di intendere e di volere).

Loro ci possono insegnare molto. Noi possiamo insegnare loro molto (in particolare in termini di affetto). Abbiamo un obiettivo in comune: l’Europa deve diventare una superpotenza mondiale in termini economici e politici.

Sicuramente è ora che l’Italia dimostri all’Europa di essere maggiorenne e in grado di spendere i soldi che ci ha dato l’UE, anche perché parte dei soldi sono quegli Eurobond che l’Italia chiedeva da tanto tempo (era una battaglia di mio padre). Il passo successivo è fare un bilancio economico e una politica fiscale prettamente europea. Abbiamo altre possibilità? No.

Forse la strada è quella che ha indicato Montezemolo a Presa Diretta quando ha parlato di nominare un Commissario per il PNRR come fece Draghi con Figliuolo durante il COVID. E’ nelle emergenze che l’Italia dimostra di essere capace di grandi imprese.

Come i Paesi Bassi possono insegnarci molto sotto l’aspetto culturale, politico ed economico, allo stesso modo sono Maestri nel calcio dai tempi di Michels e Cruijff. Il loro Calcio Totale ha cambiato definitivamente il calcio. Anche noi abbiamo appreso molto da loro (ad esempio con Arrigo Sacchi). Noi poi siamo sempre stati abbastanza furbi ad aspettarli in difesa e a colpirli in contropiede.

Il Feyenoord ,è una nostra vecchia conoscenza. Come ho già accennato, l’abbiamo affrontato lo scorso anno nella finale di Tirana e l’abbiamo battuto, ma adesso ha cambiato molti giocatori, migliorando. E’ primo in Eredivisie, ha un tifo molto caldo (sotto alcuni aspetti anche troppo) e mira alla vittoria finale in Europa League.

Arne Slot schiera il 4213.

Le due partite che ho visto sono state due trasferte vittoriose contro il prestigioso, Ajax (2-3), e nel derby con lo Sparta Rotterdam (1-3). In entrambe le partite, data l’ossessione delle squadre olandesi per il biancorosso, i feyenoordesi giocavano in maglia verde (un colore simbolo di Rotterdam).

Fanno pressing sul costruttore di gioco con Szymanski, trasformando lo schieramento anche in 442 con i due attaccanti esterni che diventano ali.

Tutti responsabili della fase difensiva. Tutti responsabili della fase offensiva. Talebani della zona. All’occorrenza, i terzini si aggiungono alla fase offensiva e, allo stesso modo, gli attaccanti esterni fanno anche la fase difensiva diventando veri e propri terzini. Qui vediamo Jahanbakhsh.

Al posto dell’iraniano, Jahanbakhsh, può giocare il brasiliano, Igor Paixao, più forte in fase offensiva, in particolare quando va verso il centro dall’ala sinistra per tirare di destro, ma non so se bravo come iraniano in fase difensiva.

Sono insidiosi in particolare sulla sinistra con Idrissi, che può andare verso il centro per cercare il tiro a giro o l’assist per Gimenez, che è un attaccante tutto mancino.

Difendono a zona anche sui calci d’angolo.

Se imparassimo culturalmente da loro come abbiamo imparato nel calcio, saremmo un paese migliore, ma anche loro dovrebbero avere l’umiltà di imparare da noi. Daje Roma!

Giordano Sepi

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