Perplessi, ma pronti.
Perplessi. Sì, perplessi. Perché il COVID-19 ancora non è sconfitto definitivamente in Italia. Perché si tratta di giocare ogni 3 giorni con probabili affaticamenti e conseguenti infortuni. Tutto questo prima dell’Europa League che principalmente per due motivi dovrà essere l’obiettivo principale: 1) Perché è un trofeo prestigioso e a meno che non ci siano i playoffs, è l’unico trofeo che possiamo portare a casa. 2) Perché al momento la mia sensazione è che è più facile arrivare in Champions come vincitore dell’EL che come quarti in serie A, anche se ci sono diverse variabili indipendenti che possono impazzire in Serie A. Non ci sarà il pubblico, il tifo e il calcio perde tanto senza gli ultrà (nonostante se ne parli spesso e a sproposito male).
Ok, perplessi, ma siamo pronti. Dobbiamo essere pronti perché siamo chiamati in battaglia. Ci aspettano 12 partite in 40 giorni, ma li affrontiamo con una squadra e uno staff tecnico validi. Credo in ogni singolo giocatore. Credo in ogni singolo componente dello staff tecnico. Possiamo vincere contro chiunque, partendo dalla Samp, finendo con la Juve. Io ci metterò l’anima per vincere sempre, anche se nell’ultima giornata la Lazio si giocasse lo scudetto con la Juve (anche se per vari motivi tendo ad escluderlo). E poi non sarà finita. Ad agosto affronteremo l’Europa League. L’obiettivo è questo. Arrivare a Danzica e alla fine della serata festeggiare la vittoria. Possiamo, dobbiamo e ci riusciremo. Lo dobbiamo a noi stessi. Lo dobbiamo a ogni singolo tifoso, giocatore e dipendente della Roma. Ce la faremo. Daje Roma!