L’avversario di domenica: il Napoli.

Forse non dovrei parlare di Maradona, anche perché adesso ne stanno parlando tutti. Molti sicuramente ne parlano in modo migliore di me (come il grande direttore de “Il Romanista”, Tonino Cagnucci). Altri ne hanno parlato in modo vergognoso. Ed è ingiusto chiedersi “Cosa sarebbe stato Maradona senza le droghe e l’alcool?”. Semplice, non sarebbe stato Maradona. Non sarebbe stato il personaggio fuori dagli schemi calcistici, mentali, politici, culturali e sociali che è stato. Certo, sicuramente c’è stato un momento che i vizi avrebbero potuto oscurare la grandezza, la leggenda. Ma era talmente grande Maradona che ci ha lasciato un ricordo positivo, nonostante il male che si è fatto, nonostante spesso lo abbiamo avuto come avversario. Un avversario rispettato, stimato e temuto. E’ stato eccessivo anche in politica, scegliendo l’estrema sinistra. E comunque Fidel Castro e i medici cubani gli salvarono la vita (questo va riconosciuto). Ma forse l’aspetto più caratterizzante di Maradona (e per il quale lui probabilmente preferirebbe essere ricordato) è la mano tesa verso i poveri, gli emarginati e gli sconfitti. Mourinho ha ricordato che Diego lo chiamava quando perdeva. E allo stesso modo andò a visitare la Roma in una primavera turbolenta, come quella del 2005, con la Roma magnifica di Totti e Cassano che quell’anno rischiava incredibilmente la retrocessione. Ecco. Se volete ricordare Maradona, lasciate perdere le droghe, lasciate perdere la politica, lasciate perdere anche il calcio, ricordatevi quella mano tesa verso i più poveri, gli emarginati e gli sconfitti.

Una sfida da vincere centimetro dopo centimetro, secondo dopo secondo. Il pressing nostro può essere decisivo. Dovremo correre più del solito. Stiamoci con la tenuta mentale e fisica.

Gattuso schiera il 4231 che a seconda delle fasi (posizione palla e risultato) della partita si può trasformare in 433 o 442.

La fase d’attacco. Ali a piede invertito. Politano è sinistro quindi va verso il centro per tirare e anche per crossare deve mettersi il pallone sul sinistro. Nel secondo tempo, potrebbe entrare Lozano (destro) anche come seconda punta al posto di Zielinski (dipende anche dal risultato in quel momento). Il messicano è pericoloso quando spunta dietro l’ultimo terzino, che deve fare attenzione. Se Lozano gioca come attaccante destro, è bravo anche nell’assist. I media però danno Politano come attaccante destro e Insigne (destro, ma bravo con entrambi i piedi) come attaccante sinistro, entrambi ali con il piede incoerente con la fascia, possono andare verso il centro per tirare o rientrare sul piede preferito per crossare. Soprattutto dobbiamo stare attenti quando crossa Insigne per Politano, che in questa situazione va tenuto d’occhio. La punta centrale dovrebbe essere Mertens (destro), centravanti falso 9, bravo nella manovra, ma anche con buon fiuto del gol, pericoloso quando parte da sinistra per andare verso il centro per tirare con il piede preferito. In alternativa può giocare Petagna (sinistro), centravanti vero, molto possente e potente, più utile per far uscire la squadra con la costruzione contro il pressing (anche se per me il migliore in questa situazione è sempre Dzeko).

Il 4231 di Gattuso.

La costruzione e la fase difensiva. Ospina (se gioca) è il vero costruttore dalla difesa. E’ sintomatico che nelle rimesse dal fondo, Manolas gli passa la palla per farlo impostare. Paradossalmente, Ospina è più bravo di Manolas nella costruzione. Se pressiamo bene, possiamo rubare la palla per poi essere spietati. La difesa del Napoli (specialmente Koulibaly e Manolas) è meglio nella fase difensiva che nella costruzione e in generale è sopravvalutata. Di solito, la scelta del greco è passare a Ruiz che poi passa al terzino destro (che dovrebbe essere Di Lorenzo), mentre la soluzione preferita di Koulibaly è il passaggio diretto a Mario Rui.

Sui corner, stiamo attenti a Koulibaly e Manolas. Continuamo a marcare a zona, ma diamogli un occhio sulla loro posizione prima della battuta. Marcano a zona sui corner con circa 8 uomini nell’area del portiere.

La Roma arriva a questa partita in un buon momento di crescita, ma l’avversario è il più difficile per l’alta qualità tecnica offensiva e (specialmente) per la congiuntura della morte di Maradona. Loro saranno carichi e forse dobbiamo aspettarci anche un arbitraggio sbilanciato a loro favore. Ma noi dobbiamo mettere il nostro massimo per vincere, per proteggere la nostra visione e per onorare la memoria di Diego. Daje Roma!

Giordano Sepi

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