Bologna – Roma 1-5
La Roma punisce pesantemente un Bologna troppo spregiudicato, che ha schierato il 4231, invece del 343 previsto da me. Tutti hanno giocato bene (compreso Cristante autore di uno sfortunato autogol).
Il branco di lupi che abbiamo messo in campo trova forza nello spirito di gruppo (confermato nella maggior parte della rosa) e nei meccanismi tattici consolidati grazie anche alla conferma dell’allenatore. Stiamo mettendo in campo quanto è scritto in palestra: il lupo è la forza del branco, il branco è la forza del lupo. I migliori sono stati: Mkhi, Pellegrini (1 gol, 1 assist entrambi e bravi a mandare in porta i nostri), Dzeko (1 gol) e Veretout (1 gol).
La Roma muoveva palla velocemente contro il pressing dei felsinei, spesso il portatore di palla aveva velocità di pensiero e aveva due opzioni di scarico, anche grazie al movimento senza palla dei nostri. I duelli vincenti sono stati Spinazzola contro De Silvestri e Karsdorp (1 assist) contro Mbaye (che si è procurato un infortunio). In particolare, Spina è stato bravo nel primo gol (autogol di Poli) e nell’assist per Pellegrini. La nostra ala sinistra corre e non sente la stanchezza. Gli infortuni legati alla schiena sembrano superati grazie alla cura dei denti [anche se Petagna (amico ed ex-compagno all’Atalanta di Leonardo) ieri nel postpartita di SKY faceva lo spiritoso su questo fatto). Tempo fa, questo fu testimoniato da Ciccio Graziani (o era Fulvio Collovati?) in una telecronaca della Gialappa sulla RAI, in cui spiegava che il medico dei Mondiali ’82, guardava i denti per capire i dolori alla schiena. Su questo link potete approfondire.
Parlare dei Mondiali ’82 ci dà modo di ricordare Paolo Rossi, il giocatore più decisivo di quel Mondiale. Non fu semplicemente l’hombre del partido in Italia-Brasile 3-2 con una splendida tripletta. Ultima grande vittoria dell’Italia con il Brasile. Ma l’hombre del Mondial. Segnò il cambio di passo di quella Nazionale che mise l’Italia sul tetto del mondo. L’Italia divenne consapevole di essere una potenza prima nel calcio e poi anche negli altri campi. E questo lo dobbiamo a Paolo Rossi.
In ogni caso trovo insensato dedicargli l’Olimpico (come ha detto Luigi Di Maio). Il Ministro degli Esteri non riesce a risolvere i vari problemi esteri dell’Italia, che rende assente sui grandi tavoli internazionali, ma poi pensa per meri fini elettorali di intitolare lo stadio di Roma e Lazio a Paolo Rossi, che con queste squadre non ha mai giocato. Piuttosto il Ministro degli Esteri dovrebbe far pressioni sulla sindaca, Virginia Raggi, per far partire la costruzione dello Stadio della Roma. Non è il suo ambito? Non lo è nemmeno l’intitolazione dello Stadio Olimpico.
I sorteggi di oggi a Nyon hanno decretato lo Sporting Club de Braga come nostro prossimo avversari dei sedicesimi, ma adesso noi dobbiamo pensare ai 3 impegni in una settimana: Torino, Atalanta e Cagliari. Siamo nel gruppone di testa e abbiamo rosicchiato anche 2 punti al Milan, ora a -6. Non abbiamo fatto nulla. Nulla è precluso. Siamo una squadra di qualità e possiamo vincere con chiunque. Daje Roma!