Partizani-Roma 1-2. Salernitana. Agostino Di Bartolomei. Appartenenza. Spirito di gruppo.
Tornati dall’amarcord di Tirana, siamo pronti per affrontare la Salernitana. Salerno e Roma sono unite dalla figura di un grande romanista come Agostino Di Bartolomei che ci insegnò l’ambizione, l’appartenenza, lo spirito di gruppo. Valori sempre appartenuti alla Roma e che dovremo avere anche quest’anno.
La Roma torna a Tirana e il ricordo torna a quella notte magica. Vince con un gol di ElSha (in grande forma), che poi serve l’assist del secondo gol a Belotti, che fa ben sperare per la posizione di centravanti. I Partizani non hanno un grande tasso tecnico, ma entrano duro e, anche se abbiamo finito le sostituzioni, il nostro condottiero fa uscire Aouar per preservarlo per la Salernitana, lasciandoci in 10. Arriva poi il gol su rigore del Partizani per il definitivo 1-2.
Chiudiamo la serie di amichevoli estive con 3 vittorie (Estrela Amadora, Farense e Partizani), 1 pareggio (Braga), 1 sconfitta (Toulouse). Il quadro non è particolarmente positivo perché gli avversari non erano nobili del calcio mondiale. Bisogna fare l’obiezione che la rosa non è ancora completa. In questi giorni, Tiago Pinto si sta impegnando per completarla e sembra che ci stia riuscendo. Sotto l’aspetto ambientale, non aver vinto lo scudetto ad agosto e quindi non essere tra le prime favorite, è sicuramente un punto positivo per la nuova stagione.
Roma e Salerno hanno in comune Agostino Di Bartolomei. Ago chiuse la carriera a Salerno con una promozione in Serie B. Sempre vincente, Ma Ago ha soprattutto segnato la storia e la mentalità della Roma.
Fermati, Ago. Rimetti a posto quella pistola. Non c’è niente di irrisolvibile a parte la morte. Queste parole gliele avremmo dette tutti. In particolare i compagni di squadra che lui amava e loro amavano lui. Spirito di gruppo. Roma è sempre stata e sempre sarà famiglia. La serietà. L’orgoglio. Il senso di appartenenza. E quella tristezza. Quella tristezza che è un buco nero che ti fa sparire. Nelle pieghe della vita. Nelle pieghe della Storia. Ma tu sei ancora vivo tra di noi.
Fermati, Ago. Glielo avremmo detto tutti in quella casa a Salerno. Ma gli eroi sono tutti giovani e belli. Gli eroi non invecchiano. E lui è il nostro eroe. Quello che viene zittito da Alicicco perché ne ha tante da dire sulla Juve. Sul sistema. Quello che si prese la sua e la nostra rivincita nel 1983. -Quando un fotografo ignaro scattò questa foto che si potrebbe chiamare “Poco prima la felicità”. Quell’anno siamo arrivati col vessillo in porto. Come avevi promesso.
Quest’anno è difficilissima. Ma ci sono tratti comuni tra l’82 e il 23: il senso di appartenenza, lo spirito di gruppo. Roma è di nuovo e sempre famiglia. Lo era con Totti e De Rossi. Non solo leaders in campo. Lo è ora con Pellegrini, Mancini e Cristante. Siamo tutti fratelli. Tutti dietro a un leader. Se Mourinho è il nostro dio, il suo profeta è Dybala. Insieme possiamo. Insieme sogniamo. Insieme siamo.
Ed è possibile sognare anche un mondo di pace e fratellanza come noi romanisti siamo tutti fratelli. Ma questo passa per il volere dei governanti del mondo. Prego i governanti di Cina, Russia e USA di dare un futuro di pace al mondo. In particolare all’Ucraina, al Niger e tutta l’Africa in generale.
Paulo Sousa (prestigioso ex-calciatore e ottimo allenatore) mette in campo il 3421 che può diventare in fase difensiva 352 o anche 532.
Contro la Ternana hanno mantenuto più spesso il 3421, invece qui in amichevole contro il Frosinone si possono vedere i 5 centrocampisti e i 2 centravanti. In questo caso, di solito Candreva si aggiunge a Botheim o Dia nella linea più avanzata.
Portati a giocare la palla e a fare pressing. Non so se il piano tattica contro di noi preveda molto pressing-
Sulla mediana, Bohinen è il ragionatore, mentre Coulibaly mette i polmoni. Potrebbero anche schierare sia Lassana che Mamadou Coulibaly per avere un centrocampo meno ragionatore ma più efficace nel recupero palla. Attenzione alle discese in avanti di Lassana,
Il giocatore di maggiore talento è Candreva (pericoloso col tiro anche di sinistro), che si sposta spesso dalla loro sinistra alla loro destra per dialogare con Kastanos (mancino, ma che tira anche col destro) e per concretizzare la velocità di Sambia, anche se la gazzetta dà come esterno destro Mazzocchi. I due trequartisti sono bravi col tiro da fuori.
Per il centravanti, la scelta è tra Botheim, norvegese, bravo nella sponda e in generale nell’assist e Dia, franco-senegalese, più goleador, principalmente destro, molto pericoloso quando parte con le sue leve lunghe in velocità e dribbling dalla sinistra. Mi ricorda molto il nostro Abraham.
Difendono a zona sui corner.
Daje Roma!
Giordano Sepi