H.Verona-Roma 2-1. La passione e il lavoro per essere felici e ridere. Milan.

Gigi Proietti, grande romanista, faceva ridere di gusto il pubblico, ma con i suoi studenti, tra cui Edoardo Leo (altro grande romanista), era inflessibile. E’ l’arte difficile e sublime di far ridere che significa grande disciplina, grande lavoro e grande passione (la forza più potente del mondo). Noi romanisti dovremo trasformare le risate di scherno del Bentegodi in risate nostre a partire dal Milan all’Olimpico, ma ci riusciremo solo attraverso tanto lavoro e passione. Come fa un grande comico milanista come Renato Pozzetto. Come faceva il milanista Dario Fo.

Qui, Gigi Proietti canta insieme a Renato Pozzetto, L’Uselin de la comare, canzone che deriva dalla cultura popolare veneta. L’arte sublime della musica unita all’arte sublime di far ridere, forse l’arte più nobile dell’essere umano, perché, quando ridiamo, non pensiamo alla morte. La comicità ha una tradizione antica che parte dai commediografi greci come Aristofane e Menandro fino a Cielo d’Alcamo, grande poeta e giullare siciliano, citato spesso da un altro grande milanista commediografo e premio Nobel col capolavoro Mistero buffo; Dario Fo.

Gigi Proietti e Renato Pozzetto in un leggendario programma del sabato sera dei mitici anni ’80: Fantastico.

Le prime volte che venivano trasmesse questo tipo di canzoni, la messa in scena veniva proibita. Gli autori e gli attori venivano emarginati, come capitò anche a Dario Fo. Questo perché negli anni ’60 e ’70 la Democrazia Cristiana faceva una forte opera di censura. Poi però le opere di questi illuminati artisti avevano un grande successo. Un certo tipo di Chiesa è stata sempre contraria al ridere come immaginava Umberto Eco ne Il nome della rosa. Anche questi grandi artisti hanno passato momenti molto difficili, ma poi si sono ripresi il successo che gli spettava. Allo stesso modo dovrà fare la Roma.

Gli anni 70 sono un periodo molto controverso della storia italiana. Da una parte, la Chiesa e la borghesia ancora molto conservatrice rimanevano legate a principi passati, dall’altra, il PCI, i sindacati, gli studenti e gli operai parlavano di un mondo diverso. Di fantasia al potere. Di un mondo di pace. La libertà d’opinione è un fattore di democrazia e quindi di pace sociale.

E’ un problema attuale in molti paesi come l’Iran e la Cina. Piccolo preambolo: in Cina la libertà d’opinione viene comunque abbastanza tollerata. Se a questa minima tolleranza si aggiungono problemi economici che i cinesi pensavano di aver sconfitto, potrebbe finire la pace sociale. Mi riferisco alla presente crisi immobiliare con tante famiglie a cui non viene data la casa che hanno pagato e che legittimamente pretendono. E’ per questo che il PCC deve mettere in atto i forti strumenti di politica economica e monetaria di cui dispone per risolvere questa probabile crisi economica che si potrebbe trasformare in rivolta e crisi politica.

Sono sicuro che permettere più libertà d’opinione in Cina significherebbe per il Dragone più benessere per il mercato interno e più concordia globale in particolare con gli USA che hanno la libertà d’opinione come principio cardine.

Da poco abbiamo accolto Sardar Azmoun, attaccante iraniano, alto e veloce, capace come seconda e come prima punta. Le sue parole dimostrano grande umanità. Coraggio. Passione. Emozione. Sentimento. Amore. Che insomma è un Uomo Vivo. Che il sangue scorre forte nelle sue vene.

Ora sta a Romelu Lukaku dimostrare di capire cos’è veramente importante nella vita. Se l’amore straripante dei romanisti. Se l’emozione dell’Olimpico o di un gol sotto la Curva Sud. O se i soldi. Da accumulare. Diventando ricchissimo. Ma senza gloria. Sono sicuro che Romelu la sua scelta l’ha già fatta. Ha scelto noi. Ha scelto l’emozione. il sentimento. il cuore. il brivido. la passione. L’amore della Sud e dell’Olimpico.

Noi romanisti come tifosi e giocatori dobbiamo dimostrare che anche noi abbiamo sangue che forte scorre nelle vene. Tifare fino a rimanere senza voce. Giocare come se fosse questione di vita o di morte. Dobbiamo dimostrare passione. Dobbiamo dimostrare cuore.

Quello che è mancato a Verona dove avevamo iniziato bene. Poi alla prima difficoltà ci sciogliamo. Male Rui Patricio. Di nuovo. E’ un problema su cui dobbiamo ragionare. Gol di Duda. 1-0. Ricominciamo ad attaccare, ma ancora alcuni meccanismi difensivi dobbiamo impararli e siamo puniti in contropiede da Ngonge. 2-0. Nel secondo tempo accorciamo le distanze con Aouar. 2-1. Attacchiamo. Usufriamo del cartellino rosso a Hien. Ma niente. Ci manca qualcosa. Sarà un problema soprattutto per Mourinho.

Pioli mette in campo il 433, che molto spesso in fase offensiva e di pressing diventa 4231 con Reijnders trequartista centrale. Fanno possesso palla, pressing e movimento continuo in fase di costruzione.

La costruzione ricorre spesso al portiere francese, anche perché Krunic è adattato come mediano, con tutti giocatori che si muovono per liberarsi.

Qui il Milan in bianco contro il Bologna (0-2 Milan).

Il ruolo dei terzini (di solito Calabria e Theo Hernandez) è molto importante anche in questa fase, quando vanno verso il centro. In questa situazione i difensori centrali e le mezzali si allargano. Nella foto, Theo Hernandez è al centro e Thiaw avanza sul lato, la scelta di Maignan è un passaggio con effetto verso la sua sinistra per Thiaw che troverà sbilanciato il Toro.

Il gioco d’attacco parte spesso da Reijinders e si sviluppa con le due ali: Pulisic e Leao. Entrambi hanno libertà di svariare su tutto il fronte offensivo. Entrambi pericolosi specialmente dalla loro sinistra. In questa situazione possono cercare il cross per Giroud (bravo nel gioco aereo, tutto mancino), specialmente con Pulisic che è capace di crossare anche di sinistro, mentre Leao è principalmente destro. Attenzione! Lo statunitense è principalmente bravo dal lato sinistro, ma da non sottovalutare sul lato destro.

Immagine dello scorso anno ma che è ancora valida mostra un’altra opzione d’attacco con il triangolo Theo Hernandez-Leao-TheoHernandez.

I nostri esterni dovranno fare un superlavoro tra attaccanti e terzini. E’ una situazione in cui devono essere aiutati dai centrocampisti e dai braccetti difensivi.

Nella fase di pressing, i terzini arrivano a pressare direttamente i nostri esterni con le 3 punte (in partenza) sui nostri difensori (nella foto, Calabria marca Vojvoda, esterno del Toro). Quando questo succede, una mezzala o un attaccante deve andare alle spalle del loro terzino per approfittare dello spazio creato.

Quando pressano, la difesa si alza molto e può essere infilata.

Difendono molto schiacciati indietro sui calci piazzati da cross.

Difendono a uomo sui corner con Maignan che esce spesso. Si potrebbe mettere un uomo davanti a lui.

Dopo due partite sanguinose con avversari buoni, ma non impossibili, andremo ad affrontare un avversario, come il Milan, dalla qualità molto più alta. Li ospitiamo con l’obiettivo minimo del pareggio, ma con il lavoro di questa settimana e la passione dell’Olimpico possiamo portare a casa l’intera posta. Daje Roma!

Giordano Sepi

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