Udinese-Roma 1-1 (sospesa). Milan. Il principio più importante dell’umanità: la vita. L’apertura mentale, il coraggio e l’intelligenza significa vita.

Con la testa ai quarti, affrontiamo la partita di Udine con tante riserve, accolti sempre bene dai bianconeri friulani. L’aria primaverile, il caldo dovuto al cambiamento climatico porta quel senso di pennichella che avvolge Hujsen mentre dovrebbe controllare agevolmente il pallone da ultimo uomo, ma mentre lui ronfa felice, si avventa su di lui l’infingardo El Tucu Pereyra che poi ha facile gioco su Svilar. 1-0. In generale, il senso di aprile dolce dormire è caratteristica di tutta la Roma nel primo tempo che riesce a creare ben poco. Un buon tiro di Baldanzi e poco altro.

Nel secondo tempo, la Roma passa dal principalmente difensivo 352 all’offensivo 4231, inserendo Karsdorp come terzino destro e Paulo Dybala, il nostro più bel gioiello, come trequartista centrale. Giochiamo meglio. Creiamo un paio di occasioni. Poi arriva il gol di Lukaku su ottimo cross di Cristante. 1-1. La Roma è in procinto del sorpasso, ma Evan N’dicka, il difensore centrale romanista, si accascia a terra. Ha un dolore al petto. Potrebbe essere infarto.

Sempre educato, corretto, grande talento difensivo, Evan cade per terra. Subito tutti si rendono conto che non è un dolore muscolare. Il clima si fa concitato. Entra la barella. Il giocatore verrà perlomeno sostituito. A questo punto Pairetto, Cioffi e DDR, tutti gli udinesi e tutti i romanisti ci danno un’enorme lezione. La partita viene sospesa. Ci sono cose più importanti.

Nella vigilia del ritorno col Milan, il pensiero vola a Stefano Rossonero, di cui avevo già parlato, che da anni lotta e vince contro un cancro e ancora adesso lotta giorno per giorno. Per un momento tutti i nostri problemi sembrano insignificanti. Ci sono cose più importanti. La Roma e il Milan sono solo un sottofondo. Tutto perde senso. Il principio più importante dell’umanità è la vita. Poi lui giovedì tiferà Milan e io tiferò Roma, ma insieme pregheremo per la sua vita e per la vita di Evan.

E sarebbe ora che anche i politici si rendano conto che il valore più importante dell’umanità è la vita. La vita di un israeliano, di un iraniano, di un palestinese, di un ucraino o di un russo. Militare e a maggior ragione civile. E questi uomini di stato. Questi statisti. Questi padri di tutti. Devono prima di tutto saper proteggere la vita. La vita dei propri uomini e anche la vita degli uomini degli altri paesi, come fa un padre che guarda anche figli di altre persone.

Ieri, sentendo le parole del rappresentante dell’ONU di Israele, mi sono accorto di una realtà. I politici che vogliono la guerra premono sul tasto della paura. E’ la paura il motore della guerra e della morte. L’omicidio è spesso un eccesso di legittima difesa. Quando è per soldi o per il senso di possesso di alcuni uomini su delle donne, per paura di perdere il proprio benessere.

Anche Israele ha paura. E la paura la porta a provocare massacri come a Gaza, a uccidere innocenti e bambini. Anche l’ISIS ha paura. Paura di scomparire dalla storia. Paura di uno stile di vita libero. Ma l’ISIS e Netanyahu hanno anche un’altra caratteristica. Sono ignoranti. Non avevano e non hanno altro modo per mantenere il loro potere che uccidere. Anche donne e bambini.

Lo stesso discorso può valere per la cerchia di potere del Cremlino e di Teheran. Il Cremlino non aveva bisogno di invadere l’Ucraina per estendere il loro potere, influenzando l’Occidente. Hanno tuttora partiti amici nelle maggiori democrazie europee e anche negli USA. La cultura russa è cultura essenzialmente europea, come dice il bravo filosofo Massimo Cacciari. Senza morti, potevano conquistare il mondo politicamente e culturalmente. E ancora lo potrebbero fare se non mettessero in una situazione di difficoltà i loro partiti amici in Europa e negli USA con le loro minacce a Europa e NATO.

Non è la cattiveria la base delle guerre, dei massacri, degli omicidi. Un uomo cattivo e intelligente non ha bisogno di uccidere per raggiungere i suoi scopi. Anzi, di base, come insegna il primo Joker, una bandiera della Curva Sud milanista, per molto tempo simbolo del diavolo, anche un serial killer di base è una persona buona. Allora come si può evitare la terza guerra mondiale in questo momento in cui ci stiamo rotolando sempre più dentro? Serve apertura mentale, intelligenza e coraggio.

Serve l’intelligenza per scegliere il dialogo, per affrontare il negoziato come chiede da tanto tempo un uomo buono e intelligente, come intelligenti sono spesso i gesuiti, come Papa Francesco. Serve il coraggio di mostrarsi. Di andare a parlare attorno a un tavolo, tanto caro ai Pinguini Tattici Nucleari. Zona di convivio e di pace. L’apertura mentale di andare a confrontarsi con le proprie richieste, i propri punti di forza e le proprie debolezze. Senza nascondere niente.

Ci sono segnali positivi. Biden e gli USA hanno deciso di non appoggiare una controffensiva israeliana. Dopo il bombardamento di sabato, l’Iran si è detta soddisfatta e si è fermata. C’è una corrente del Cremlino e penso una a Kyiv che stanno lavorando per un accordo di pace. Il popolo israeliano vuole le dimissioni di Netanyahu. Una speranza c’è. E’ la candela di Guernica nel caos delle guerre, della chiusura mentale, della paura e dell’ignoranza.

Mai paura come diceva quel grande giornalista milanese (ma della sponda nerazzurra) e grande partigiano come Gianni Brera. Giocare a viso aperto senza difendere il piccolo vantaggio acquisito a San Siro. Per vincere, appoggiandosi al proprio popolo. Così Teheran si deve appoggiare al popolo iraniano che vuole la pace. Così Netanyahu si deve appoggiare al popolo israeliano che vuole la pace. Così il Cremlino si deve appoggiare al popolo russo che vuole la pace. Così Zelensky si deve appoggiare al popolo ucraino che vuole la pace. Così i nostri beniamini si devono appoggiare all’Olimpico che vuole andare in semifinale.

Gianni Brera era un grande estimatore di difesa e contropiede. Va bene il coraggio, ma non deve essere tracotanza. Non deve essere incoscienza. La Roma dovrà fare bene la fase difensiva, come ha sempre fatto, e poi partire in contropiede. Dovremo avere l’intelligenza per non limitarci alla fase difensiva e fare possesso nella loro metà campo, ma allo stesso tempo non dobbiamo concedere contropiedi. Passiamo con 2 risultati su 3.

A livello tattico, il prepartita di giovedì scorso va abbastanza bene. L’unica integrazione alla formazione nell’immagine potrebbe essere Tomori come centrale difensivo. Il Milan è una squadra fortissima. Va affrontata al massimo. Col massimo del coraggio e della concentrazione. Tatticamente, sarà importante vincere la partita a centrocampo con Leandro, Edoardo e Lorenzo. Mentalmente, non dobbiamo pensare troppo al gol di scarto, che è una differenza troppo minima, ma giocare come sappiamo.

Evan è fuori da qualsiasi pericolo di infarto. Ha subito solo un brutto colpo al petto, che gli ha provocato un trauma. Dovremo vincere per festeggiare con lui. Vincere questa partita non è il valore più importante. Il valore più importante è la vita come ci hanno insegnato Pairetto, Cioffi, DDR e tutta la Dacia Arena. Ma andare in semifinale renderà la nostra vita più felice. Daje Roma!

Giordano Sepi

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