Udinese-Roma 1-2. Eintracht. La chiusura di un cerchio.

0. Zero. Zero come zero morti a Gaza da quando c’è la tregua. Zero come la perfezione. zero o anche O come il cerchio perfetto. Nove mesi per vincere in trasferta. E sempre al Blu Energy Stadium. Dai fratelli friulani. Il cerchio come perfezione. Senza spigoli.

Come la rinascita di Lorenzo che prima si procura il rigore e poi realizza il pareggio. Dopo il solito primo tempo mediocre che l’Udinese aveva chiuso in vantaggio grazie al gol di Lucca. Lucca che prossimamente potrebbe giocarsi il posto da centravanti con Artem. Ma Artem è decisivo e freddo anche oggi a realizzare il rigore della vittoria.

22a Giornata Serie APrimo TempoSecondo TempoRisultato Finale
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Come quel gol di Roberto Falcao all’ultimo secondo del recupero contro il Colonia. Che significava che adesso c’é la Roma. E ci sono solo 216 km tra Francoforte e Colonia.

Ma adesso non è tempo di festeggiare. Adesso è tempo di lottare. E di riuscire a trasformare le nostre imperfezioni in perfezione. Con la classe di Paulo. Con la corsa di Angelino. Facendo giocare di più ElSha. Sfruttando la rinascita di Lorenzo. La lotta in mezzo al campo di Koné e Pisilli. La grinta di Paredes. Con i due corazzieri Mancini e Ndicka intorno a sua Maestà, Matts Hummels. Con la sicurezza di Mile.

E’ ora di lottare.

Dino Toppmoller schiera l’Eintracht con il 343 o 3412 che in fase difensiva diventa 532 o 523 con la posizione ballerina di Gotze.

Qui l’Eintracht a inizio campionato schierava ancora Marmoush ora venduto al City. Sulla sinistra, al posto di Nkounkou, dovrebbe giocare Brown. Gotze può giocare bene allo stesso modo sul centrodestra o sul centrosinistra. Attenzione ai suoi filtranti per la prima punta, Ekitike.

Costruiscono 3 + Larsson che è il centrocampista più predisposto a far partire il gioco.

Qui in una partita più recente. A centrocampo possono costruire anche con il 3+2 con l’aggiunta di Skhiri.

Anche Theate nel proporre gioco è molto bravo.

Difendono a zona sui corner.

Attaccano sulla loro destra con Kristensen (nostro vecchio amico) e Gotze o sulla sinistra con Brown.

Iniziano il pressing con i 3 davanti.

Al posto di Ekitike o al suo fianco potrebbe essere schierato Whai, l’attaccante appena acquistato dall’Olympique Marsiglia.

Ma ogni Romanista, ogni fratello sulla terra, anche non romanista, deve lottare per la pace nel mondo. La pace in Ucraina. In Palestina. Anche in Cisgiordania. Ma non solo la pace dei bianchi. Ma anche quella dei neri. La pace tra Hutu e Tutsi nell’Africa Centrale. La pace tra generali in Sudan.

Anche se non sono sotto i riflettori dell’Occidente, quelle guerre producono tanta morte. Tante tragedie. Tanto dolore. Quelle guerre dei neri che i bianchi non guardano per razzismo malnascosto, perché lì si giocano interessi più importanti delle migliaia di vite perse. Delle migliaia di persone che scappano. Falso. Se veramente Trump vuole essere il Signore della pace mondiale deve garantire la pace anche in Congo e in Sudan.

E’ importante nel Giorno della Memoria parlare di queste tragedie ed è importante soprattutto adesso quando si stanno sdoganando termini come deportazione di massa che una volta erano fonte di vergogna.

La pace mondiale deve essere l’obiettivo principe degli USA e dell’Europa. Serve sovranità europea con debito comune per i grandi investimenti che servono all’Europa pe essere competitiva con USA e Cina. E’ notizia di oggi che una società cinese ha pronta una nuova intelligenza artificiale concorrenziale a Chat-GPT. Anche l’Europa deve dire la sua.

La pace mondiale e l’Europa in grado di competere con USA e Cina sono la chiusura del cerchio come lo è stata la vittoria a Udine della Roma. Ma è una fine “che poi non è la fine” come canta Nesli, e per questi grandi obiettivi che ci poniamo c’è tutta una storia da scrivere. Una storia dove la Roma deve essere protagonista in Europa, l’Europa deve essere protagonista nel mondo e la pace mondiale deve essere garantita a tutti i popoli della terra. Daje Roma!

Giordano Sepi

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