Roma-Udinese 3-1. Servette. Pace mondiale. Donne. Bene la reazione, ma non abbiamo fatto ancora niente.

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Sarà così forse. Forse dobbiamo toccare il fondo. Dobbiamo vivere l’emergenza per accorgersi dei problemi del mondo come la guerra in Ucraina, la questione della Palestina, la condizione delle donne, come la Roma con l’Udinese che trova la vittoria. Prima certa, poi negata e infine arrivata.

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Diamo quindi il benvenuto alla grafica che ci ha insegnato Holly e Benji che deriva dal baseball.

Partita che ha avuto tre fasi. La prima è stata la più lunga secondo il tempo dell’orologio (e non per quello del cuore dei romanisti) con la Roma che domina tutto il primo tempo e chiude in vantaggio col colpo di testa di Mancini sulla punizione di Paulo. 1-0.

A inizio secondo, inizia la seconda fase, la Roma arretra a difesa dell’1-0, anche perché l’Udinese prova a pareggiare la partita. Noi siamo troppo bassi con gli esterni sempre sulla linea dei difensori centrali. Invece, come ha detto nel postpartita Mourinho, era il momento di “attaccare alla giugulare”. Con la palla costantemente nella nostra fase difensiva, arriva il gol di Thauvin.

Poi c’è la reazione (la terza fase). La Roma mette ElSha e Bove al posto di Spinazzola e Paredes, che comunque hanno giocato bene, in particolare Leandro. L’Udinese tenta l’impresa. Si spinge in avanti. La Roma ha così gli spazi per trovare il gol del 2-1 dopo un bel tocco di Romelu a liberare Dybala davanti al portiere e il gol del 3-1 con Bove che serve ElSha per il suo tiroaggiro. Bene Cristante.

Da migliorare il movimento offensivo di Mancini e Ndicka nella prima costruzione. Uno schema dell’Atalanta come vediamo nell’immagine, ma che può essere buono per dare un ulteriore scelta in avanti per l’esterno. Poi non deve essere per forza la scelta nostra, ma può funzionare anche come specchietto per le allodole. Bene nel finale Kristensen come centrale difensivo destro. Tanta garra danese.

Il segno rosso sulla guancia di Paulo nella foto precedente è il simbolo della solidarietà di tantissimi calciatori di Serie A nei confronti delle donne. La condizione subalterna della donna è un problema anche italiano, ma in generale è un problema del mondo.

Si pensi ad esempio alla condizione delle donne in Iran, in Afghanistan e globalmente nel mondo islamico. La reazione in Italia alla morte di Giulia è un buon segnale, ma non abbiamo ancora fatto niente per la condizione della donna nel mondo e nello specifico nel mondo islamico.

Anche la guerra in Ucraina e la questione palestinese hanno colpito emotivamente tutto il mondo. La reazione del popolo occidentale è stata di rabbia per il bullismo spropositato della Russia sull’Ucraina e di Israele sulla Palestina. Quindi, Qatar, Egitto e USA hanno fatto un buon lavoro di mediazione per raggiungere una tregua a Gaza e di questo sono loro grato.

L’appoggio all’Ucraina e la tregua in Palestina è il giusto viaggio. Ma non abbiamo ancora fatto niente. E’ ora che la Russia accetti che l’Ucraina si dia regole democratiche, possa decidere liberamente e in modo autodeterminato il potere nel suo paese. Allo stesso modo, è ora che Israele accetti che la Palestina sia uno stato normale, indipendente e libero dagli insediamenti israeliani.

Ieri è stata una giornata meravigliosa per lo sport italiano con la vittoria di Bagnaia nel Mondiale MotoGP e con la vittoria in Coppa Davis dopo 47 anni contro un avversario come l’Australia storicamente molto forte e che negli anni 60 con Laver e Newcombe ci aveva più volte punito.

Sicuramente Clerici e Tommasi se avessero avuto modo di vivere al 100% questo evento, lo avrebbero ricordato. I numeri razionali di Tommasi e la verve artistica di Clerici rivivono nelle imprese dei bravissimi tennisti italiani di oggi. A Rino e a Gianni va la mia dedica.

Non ho avuto la possibilità di vedere il Servette. Rispetto al prepartita dell’andata sembrano più in forma. Hanno appena battuto il Grasshopers, 2-0 in casa, raggiungendo il terzo posto. Si può paragonare la loro vittoria alla nostra: uno scontro con una delle ultime in classifica.

Quindi, considerando la differenza tra campionato italiano e svizzero, partiamo favoriti. Ricordiamo che non abbiamo fatto ancora niente. Partiamo sfavoriti per la corsa al primo posto. Sta a noi vincere a Ginevra e poi contro lo Sheriff e in ogni caso potrebbe non bastare, ma la mia sensazione è che, se batteremo il Servette, supereremo lo Slavia. Daje Roma!

Giordano Sepi

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