Roma-Venezia 2-1. Elfsborg. L’insegnamento di Olof Palme: se è giusto, devi prendere posizioni forti.

Siamo in un periodo buio per la storia e un momento difficile per la Roma. La crisi in Medioriente non ha soluzioni al momento. La Roma non gioca ancora bene. Ecco perché bisogna affidarsi alle idee di uomini forti come Olof Palme e Ivan Juric.

Ogni partita della Roma è un romanzo e spesso non finisce bene. Merito degli avversari, come il Venezia, allenato bene da DiFra, che è venuto a Roma spavaldo, ma anche demerito nostro. C’è stato il momento “What a fuck!” con Pohjanpalo che ha portato in vantaggio il Venezia. Ci sono stati i fischi alla fine del primo tempo. E la rinascita della fenice giallorossa. Con il gol di Cristante deviato malignamente da Busio (bucio de culo!) e il gol di Pisilli su corner di Paredes. La favola, che ormai conosciamo, del ragazzo romano e romanista che arriva alla gloria all’Olimpico.

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La Roma ha dominato anche nel primo tempo, poi però la sensazione era di un dominio sterile con le migliori occasioni che erano dei venezisti neroverdearancioni. Quando le difese avversari sono stabilizzate sulla fase difensiva, abbiamo difficoltà a trovare la soluzione negli ultimi 30 metri. Anche la fase difensiva ha subito troppo dal Venezia. Merito di DiFra e degli avversari, ma è categorico per noi migliorare.

Ci siamo tolti dalle sabbie mobili della salvezza, ma ora con la forza delle idee di Juric, bisogna continuare a macinare punti a partire dal prossimo avversario in Europa League: l’Elfsborg, quinto nel campionato svedese.

Andremo quindi in Svezia, la patria del protagonista più famoso della socialdemocrazia scandinava: il tanto rimpianto Olof Palme. Oltre alle politiche per diffondere il benessere in Svezia, Olof era un player importante in diversi scenari internazionali, spesso in contrasto con la pigrizia o addirittura l’azione politica di alleati occidentali e con definitive vittorie anche postume. Olof morì nel 1986. Attualmente ancora non si sa chi l’ha ucciso, ma gravi ombre vanno sugli alleati storici della Svezia che venivano contraddetti da questo eroe dei nostri tempi.

Non fece in tempo a vedere Pinochet destituito in Cile. contro cui combatté. Non fece in tempo a vedere l’African National Congress e Nelson Mandela vincere in Sudafrica, che lui supportò. Caro Olof, stiamo ancora aspettando la pace in Medio Oriente, una tua grande battaglia politica che noi romanisti facciamo nostra.

L’uccisione di Nasrallah da parte israeliana cambia lo scenario. Nasrallah non era un sant’uomo. Era un uomo che usava spregiudicatamente razzi e missili indiscriminatamente su civili israeliani. Poi nella lettura del personaggio, bisogna ricordare che giocò un ruolo fondamentale nella sconfitta del sedicente stato islamico e, all’epoca, schierarsi fortemente nel mondo islamico contro il sedicente califfato, non era così scontato.

Se Netanyahu avesse reagito direttamente così, senza massacrare bimbi e donne a Gaza, io avrei avuto poco da lamentarmi. Le reazioni ad alti livelli nel mondo sciita sono molto più scandalizzate per l’uccisione di potenti che di donne e bambini. In questa situazione, il gioco prevede ora la reazione dell’Iran, ma non può perché più debole di Israele militarmente e con debole consenso, internamente, tra il suo popolo.

Questo cambiamento di strategia di Israele (uccidere i capi e non la povera gente) è un breaking point del Medioriente. In particolare adesso Israele deve agire con intelligenza. Sarebbe sbagliato bombardare Teheran o, come ha detto Pejman Abdolmohammadi, ricercatore all’Istituto Italiano degli Studi Politici Internazionali (ISPI) e professore associato all’Università di Trento, su Sky TG 24, bombardare le centrali nucleari. Porterebbe l’opinione pubblica a schierarsi con il Regime, mentre adesso Israele ha il matchpoint per ribaltare il regime iraniano, magari aiutando l’opposizione clandestina come faceva Palme, e nel piccolo mio padre, in Cile e in Sudafrica.

A volte bisogna prendere posizioni forti come faceva Olof Palme, come io prendo posizione forte accanto a Ivan Juric che adesso ci guiderà in casa dell’Elfsborg. Conseguentemente, passiamo alla tattica dell’Elfsborg.

Ex.giocatore del Palermo, il giovane allenatore dell’Elfsborg, Hijemark mette in campo il 343 che come da tradizione delle squadre nordiche fanno lanci lunghi e giocano molto corti anche in fase difensiva con il 523 o il 541.

Questa era la formazione contro l’Hammarby che, tra l’altro è un vecchio gemellaggio dei vecchi AS Roma Ultras. Dovrebbe essere la formazione iniziale anche contro di noi.

Non disdegnano il gioco palla a terra con Besfort Zeneli a orchestrare, mentre l’altro mediano, Ouma è più bravo nel recupero palla e negli inserimenti in fase offensiva.

Besfort o Arbor Zeneli battono i calci piazzati da cross e i corner. Arbor Zeneli, viene schierato o ala sinistra o ala destra anche lui con un ottimo controllo di palla. Altro giocatore molto importante è Qasem, che può essere schierato mediano, magari più avanti di Besfort Zeneli, o ala destra o ala sinistra. E’ tutto mancino quindi dal lato sinistro è portato all’assist, dal lato destro a accentrarsi per tirare. Le due ali sono particolarmente pericolose grazie alle sponde di Baidoo, che gioca centravanti, ma è un centrocampista.

Predilingono il lancio lungo e il recupero sulla seconda palla. Sono molto pericolosi sui calci da fermo battuti da Arbor e Besfort Zeneli per cross. Stiamo attenti anche alle lunghe rimesse in gioco di Yegbe, che sono anch’essi cross molto pericolosi.

Andiamo nella patria di Olof Palme che, come Ivan Juric. portava fermamente avanti le sue idee perché sapeva di essere nel giusto. Fondamentale portare a casa i 3 punti. Daje Roma!

Giordano Sepi

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